Era una sera di spettacolo, quella di sabato al Teatro Civico di Alghero. Una di quelle in cui il sipario si alza per la cultura, ma stavolta è calato sulla sicurezza. Un giovane spettatore, mentre percorreva le scale interne della struttura, è caduto rovinosamente, battendo la testa e perdendo conoscenza. Solo il tempestivo intervento dei sanitari ha evitato il peggio. Ma la domanda che resta, amara e inevitabile, è sempre la stessa: quanto manca alla prossima tragedia?
Non serve scavare troppo nella memoria per trovare un precedente. Nel 2017 una donna di 45 anni morì nello stesso modo, nello stesso luogo, in circostanze fin troppo simili. Da allora, tante parole, pochi fatti. E adesso che il teatro torna a far notizia, non è per la qualità degli spettacoli ma per la fragilità delle sue scale.
A farsi carico del grido d’allarme è Christian Mulas, presidente della Commissione consiliare Sanità, che ha depositato un’interrogazione formale sull’agibilità e la conformità del teatro alle norme di sicurezza: «È nostro dovere garantire che ogni cittadino possa partecipare ad eventi culturali senza mettere a rischio la propria incolumità». Un’affermazione che ha il sapore della constatazione più amara: oggi, ad Alghero, accedere a un luogo pubblico può essere pericoloso. E la cultura, che dovrebbe elevare lo spirito, inciampa su gradini che nessuno ha mai pensato di sistemare.
«Il Teatro di Alghero è un luogo simbolico per la nostra città – prosegue Mulas – ma la sua funzione culturale non può prescindere dalla sicurezza. È tempo di affrontare con serietà una riqualificazione dell’edificio, a partire da un intervento urgente sulle scale, già protagoniste di troppe tragedie». Una richiesta che suona come un’accusa neanche troppo velata a chi ha avuto tempo, risorse e responsabilità ma ha preferito rinviare, ignorare, minimizzare. Due incidenti gravi in meno di dieci anni, nello stesso identico punto, non possono essere derubricati a sfortuna. C'è una responsabilità politica, tecnica e morale. Chi gestisce un bene pubblico ha il dovere di mantenerlo integro, sicuro, accessibile. E chi lo frequenta – cittadino, turista, anziano o giovane – ha il diritto di farlo senza rischiare la vita. Non servono commissioni d'inchiesta, ma un semplice sopralluogo con gli occhi aperti e la coscienza sveglia. Ora spetta all’amministrazione dimostrare che non serve il terzo incidente per prendere finalmente in mano il problema. Perché quando cade un ragazzo in un teatro, non è solo lui a perdere i sensi. È la città intera che barcolla.