Il pomeriggio di domenica 25 maggio ha visto ufficializzarsi l’unione di Nicola Oi e Elisabetta Concu, Presidente della Chiesa di Scientology della Sardegna lui e Supervisore assistente dei fedeli nello studio delle scritture religiose di L. Ron Hubbard lei. Il matrimonio è stato celebrato secondo la cerimonia nuziale classica di Scientology all’interno della cappella della comunità La Collina. Ospiti di Don Ettore Cannavera, sposi e rispettivi parenti e amici, hanno vissuto un momento che è andato oltre la cerimonia che si stava svolgendo.
La cerimonia nuziale di Scientology prevede i classici elementi del matrimonio: le promesse degli sposi di amarsi e onorarsi, di farlo in qualunque situazione la vita possa presentare, che si tratti di gioia o dolore. Emozione e commozione sono state ovviamente il filo conduttore della celebrazione, ma certamente lo scambio degli anelli è stato il momento più toccante per culminare nel bacio alla sposa. Tuttavia l’occasione e il luogo della celebrazione hanno voluto rimarcare un elemento al quale probabilmente non si dà mai il corretto significato ossia l’unione.
Certamente il matrimonio celebra l’unione tra coloro che si sposano, ma qualsiasi forma si scelga per la celebrazione, mette in luce il fatto che questa unione preveda la consapevolezza delle diversità di coloro che si apprestano diventare marito e moglie i quali, con la loro unione, gettano il seme di quello che è il fondamento della società: la famiglia. Ma poiché si voleva celebrare l’unione con la consapevolezza delle diversità, non poteva esserci luogo e occasione migliori: un luogo Cristiano nel quale si è celebrata una funzione di altra religione, con simbologia di entrambe e culminata con la benedizione di Don Ettore agli sposi e a tutti i presenti. “Sorelle e fratelli tutti” ha detto Don Ettore, indicando un’opera affissa nella cappella, questo il messaggio col quale ha bene-detto tutti i presenti affinché si trovi sempre l’unione, nella vita matrimoniale come in quella sociale. Sebbene la gioia al termine di una cerimonia nuziale sia sempre di casa, gli ospiti hanno apprezzato proprio il fatto di esser stati coinvolti ed essersi sentiti partecipi della funzione così come dell’unione degli sposi. Avendo contratto civilmente il matrimonio alcuni giorni prima, gli sposi avrebbero anche potuto sorvolare su questa cerimonia. Tuttavia le anime non si vincolano con contratti legali, ma con reciproche promesse da onorare per tutta la vita. Con questa celebrazione Nicola e Elisabetta hanno voluto suggellare il proprio legame proprio in tal senso, con l’intento di significare a tutti che le diversità reciproche, non solo possono sempre essere superate ma, se ci si guarda a vicenda nell’ottica di comprendersi a fondo, le stesse si tramutano in ricchezza.
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