Olbia, nave mercantile battente bandiera Tuvalu fermata dalla Guardia Costiera per gravi carenze alla sicurezza

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È ormeggiata al molo Cocciani, in stato di fermo, la nave mercantile battente bandiera Tuvalu sottoposta ieri a un’ispezione accurata dalla Capitaneria di Porto di Olbia. L’unità, con una stazza lorda di 1.596 tonnellate e destinata al trasporto di carico generale, era giunta da Pozzallo con rotta finale verso Durazzo, in Albania, dopo una sosta operativa nel porto gallurese per imbarcare granito.

L’ispezione è stata eseguita dagli ispettori del Nucleo Port State Control nell’ambito dei controlli periodici sulle navi straniere che scalano i porti italiani. Ma in questo caso, più che una verifica di routine, si è trattato di un vero e proprio riscontro di gravi difformità rispetto agli standard minimi previsti dalle convenzioni internazionali.

Il personale della Guardia Costiera ha accertato gravi carenze, in particolare nell’impianto antincendio d’emergenza e nella preparazione dell’equipaggio a fronteggiare un incendio a bordo. Difetti che, secondo quanto riferito, avrebbero potuto compromettere seriamente la sicurezza della nave e delle persone imbarcate. Da qui la decisione immediata di disporre il fermo amministrativo dell’unità, che non potrà riprendere la navigazione fino a quando non saranno sanate tutte le irregolarità rilevate.

È lecito chiedersi: in che modo una nave con simili carenze ha potuto giungere sino a Olbia attraversando porti e tratte internazionali? I controlli nei precedenti scali sono stati effettuati o sono stati insufficienti? E ancora: che garanzie possono offrire bandiere di comodo come quella di Tuvalu quando la sicurezza dell’equipaggio e dell’ambiente marino dipendono da controlli rigorosi e conformità tecniche puntuali?

L’intervento della Guardia Costiera s’inserisce nel quadro normativo comunitario e internazionale volto a tutelare la vita umana in mare e la salvaguardia ambientale. Il Port State Control, organismo deputato a questi controlli, agisce proprio per colmare le lacune di bandiere permissive, spesso scelte per convenienza fiscale o regolamentare.

Una nave insicura non è solo un rischio per chi ci lavora, ma anche per il mare che attraversa. E Olbia, crocevia marittimo tra Sardegna e Mediterraneo, non può permettersi leggerezze.