OZIERI – Una telefonata alla centrale operativa dei Carabinieri ha innescato, nella tarda serata del 29 aprile, un’operazione d’intervento urgente che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia. Un uomo, contattando il numero di emergenza 112, ha dichiarato di aver ucciso la compagna e di essere intenzionato a togliersi la vita. Una chiamata che si è poi rivelata una simulazione orchestrata per attirare le forze dell’ordine in una trappola mortale. L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato con le accuse di strage, minaccia a pubblico ufficiale e simulazione di reato.
L’intervento, avvenuto in località “Tramentu” a Ozieri, ha coinvolto i Carabinieri della Compagnia locale, il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza, i Vigili del Fuoco e un’ambulanza del 118. Giunti sul posto, gli operatori hanno immediatamente avvertito un forte odore di gas proveniente da una palazzina su quattro livelli. Dopo aver scavalcato la recinzione e forzato l’ingresso, è stata avviata un’ispezione accurata dell’edificio.
All’interno dell’ultimo appartamento, i locali sono risultati saturi di gas propano: tutte le finestre e le porte erano state ermeticamente sigillate con nastro adesivo da carrozziere. Le due bombole di gas trovate erano collegate in modo studiato al sistema di aerazione interna, rendendo l’ambiente altamente esplosivo.
Nel cortile, all’interno di una legnaia, gli agenti hanno individuato l’uomo che, sin da subito, ha mostrato atteggiamenti ostili. Aveva con sé un telecomando wireless, collegato a una mola a disco e a un piano cottura. L’innesco avrebbe generato una pioggia di scintille capaci di provocare l’esplosione dell’intera struttura. Una trappola attentamente preparata per colpire chi fosse intervenuto sul posto.
Durante la perquisizione, sono stati trovati numerosi fogli manoscritti contenenti minacce e invettive contro l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato e la Magistratura, oltre a materiale propagandistico inneggiante al fascismo. Tutto è stato posto sotto sequestro e sarà analizzato dalla Procura della Repubblica di Sassari, che dirige le indagini.
L’uomo arrestato non è nuovo a episodi di simile gravità. Nel 2022, si era reso responsabile del danneggiamento della lapide commemorativa del carabiniere scelto Walter Frau, Medaglia d’Oro al Valor Militare, ucciso nel 1995 a Chilivani insieme al collega Ciriaco Carru durante una rapina.
Considerata la gravità e la premeditazione dell’azione, che avrebbe potuto causare decine di vittime, l’uomo è stato condotto in caserma e, successivamente, trasferito al carcere di Bancali su disposizione della Procura.
Come previsto dal principio della presunzione d’innocenza, la responsabilità penale dell’indagato sarà definitivamente accertata solo con una sentenza irrevocabile di condanna.