Vi scriviamo per segnalare un problema che va avanti da sin troppo
tempo e crea enormi disagi. Ci riferiamo alla tratta ferroviaria che
collega la città di Alghero con quella di Sassari, le quali distano
circa 35 km di distanza.
Siamo certi che nel 2012 tale distanza sia coperta da moderni treni in
pochi minuti, ma noi ci accontentiamo anche dei 33 minuti che
teoricamente dovrebbe percorrere a soffocati 60 km/h il nostro
“treno”; e le virgolette qui sono d’obbligo.
Non possiamo certo pretendere che il tragitto sia privo di fermate
per chi deve scendere alle fermate intermedie, né possiamo nemmeno
eliminare, ma nemmeno ignorare, i tempi di attesa dell’incrocio tra i
2 treni che percorrono una sola rotaia; ma non possiamo però chiudere
gli occhi davanti al degrado in cui versa una tratta frequentata tutti
giorni da centinaia di persone.
Sono infatti raddoppiati gli abbonamenti mensili forti del caro
benzina superando i 200 circa; ed è così che studenti, operai,
insegnanti e avvocati optano per un mezzo economicamente conveniente
promuovendo l’uso dei mezzi pubblici.
Studenti e lavoratori, soggetti ad orari e sanzioni per ritardi, che
ogni giorno fanno affidamento ai capricci di mezzi che fanno fatica a
stare al passo coi tempi e infatti ad altri tempi appartengono,
essendo alcuni vagoni introdotti negli anni Cinquanta e Settanta.
E c’è da dire che la linea è stata rinnovata 3 anni fa e quindi la
tratta potrebbe potenzialmente raggiungere velocità più elevate, ma i
treni sono quelli che sono…
“Treni vecchi e maleodoranti”.
E’ questo il commento della maggior
parte dei passeggeri che frequentano un’arteria importante del nord
Sardegna; una sofferenza per i residenti, una brutta cartolina per i
turisti che fotografano attoniti dei treni che rimandano a qualche
film ambientato in epoche passate. Ma il degrado non ha confini;
lavoratori e studenti che stanchi vorrebbero compiere il viaggio di
ritorno alle loro case dopo una giornata di lavoro, si ritrovano a
occupare dei comodi posti in piedi in prossimità delle porte dei
treni, porte spesso traballanti sulle quali a una ipotetica brusca
frenata potrebbero finire le persone ammassate in quell’angusto
passaggio, con conseguenze tristemente immaginabili.
E in quel limbo
di posti in piedi ci finiscono in molti: studenti di Olmedo che hanno
la sfortuna di salire dopo gli algheresi e altri sfortunati che non
avendo la decenza di arrivare in stazione mezzora prima della partenza
del treno devono sopportare un viaggio ai limiti della decenza. E c’è
da dire che è espressamente scritto sul treno che è vietato stare nei
corridoi di passaggio, quindi sarebbe il caso di dotare i viaggi di
più vagoni visto l’aumento dell’utenza. Sciagurato il giorno in cui il
tempo porti pioggia: i viaggiatori seduti sul treno saranno accolti
dall’acqua che filtra dal soffitto rendendo inagibili alcuni posti e
bagnati alcuni passeggeri.
Oltre ai comfort appena elencati il viaggio è accompagnato dal
rumoroso sottofondo che i moderni motori sotto i piedi dei passeggeri
diffondono causando un inquinamento acustico fastidioso e nocivo. I
sedili invece, sono bucati e traballanti con uno spazio vivibile nullo
soprattutto in inverno quando ingombrato da giubbotti pesanti, il
passeggero dovrà rimanere immobile anche per l’imbarazzo di dar
fastidio all’estraneo a cui starà appiccicato per 40 minuti.
Ma il
treno funziona tutto l’anno, d’estate gli studenti sono sostituiti
dai turisti i quali sono costretti a viaggiare insieme ai pendolari
lavoratori con temperature degne di una sauna. E tralasciamo i vetri
rotti e la sporcizia abbondante.
I disagi maggiori però li abbiamo provati questa settimana con ritardi
fino a 90-120 minuti (inutile dire del disagio che causa per le
coincidenze con i treni regionali); accanto a noi persone che
posticipavano incontri ed appuntamenti, un gruppo di ragazze
infastidite per colpa del ritardo in quanto avrebbero avuto l’assenza
in un corso di laurea con obbligo di frequenza, studenti che pensando
di tornare a casa per l’ora di pranzo, hanno varcato la soglia di casa
alle 4 del pomeriggio.
E’ il caso di dire basta. Siamo stanchi di essere presi in giro e
trattati in questo modo; bisogna ridare dignità a un mezzo che ha
tracciato la storia di generazioni di studenti e su cui si deve
puntare per potenziare e rilanciare la mentalità dell’utilizzo del
mezzo pubblico ad Alghero, veicolo di turismo e aria più salubre.
Chiediamo nuovi mezzi, controllo dei segnali e dei passaggi a livello
(spesso alzati con evidenti problemi di sicurezza), maggior rispetto
degli orari . Chiediamo solo rispetto, questo basta.
![]()