«Reperti databili tra il XII e il XIV secolo, che in associazione con le strutture murarie
rinvenute suggerisce di considerare questa area di interesse archeologico, come
testimonianza di un nucleo abitativo medievale extraurbano, il cui toponimo era con ogni
probabilità Utzeri, successivamente abbandonato». È la conclusione alla quale sono giunte
le archeologhe che hanno di recente completato le attività di scavo e di ricerca all’interno
del cantiere allestito in via Artiglieria dal settore Lavori pubblici del Comune di Sassari per
la realizzazione del primo polo scolastico montessoriano in Sardegna.
Finanziata dal Pnrr attraverso gli investimenti raggruppati alla voce “Costruzione di nuove
scuole mediante sostituzione di edifici, che si inseriscono tra gli interventi caratterizzati dalla
componente “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” nell’ambito della missione
“Rivoluzione verde e transizione digitale”, l’opera ha un costo complessivo di 4 milioni e
667mila. All’interno di questa cifra sono compresi anche i 418mila euro assegnati dal Fondo
Opere Indifferibili del Ministero dell’Economia e delle Finanze per compensare l’aumento
dei costi dovuti all’aggiornamento dei prezzari delle opere pubbliche e un cofinanziamento
comunale di 61mila euro per coprire l’incremento delle spese tecniche. L’obiettivo dell’investimento è la realizzazione di nuove scuole innovative, sostenibili, sicure
e inclusive mediante sostituzione di edifici scolastici poco funzionali, con elevati consumi
energetici e non sicuri, soprattutto dal punto di vista sismico. L’edificio esistente, che
ospitava la scuola dell’infanzia e primaria “Fabrizio De Andrè”, è stato costruito negli anni
Sessanta: la demolizione e ricostruzione scaturisce dalla necessità di disporre di una scuola
più idonea alle mutate esigenze della didattica, più flessibile e aperta ad altre funzioni
pubbliche al servizio della comunità scolastica, che garantisca maggior sicurezza e comfort,
a fronte di minori costi di manutenzione ed esercizio.
Il nuovo Polo scolastico risponde all’esigenza di potenziare l’attuale Scuola Pubblica
Montessori di Sassari, con valenza formativa sia per gli alunni della primaria e della
secondaria di primo grado che per i docenti interessati ai corsi di specializzazione post-
lauream di differenziazione didattica al metodo Montessori.
L’organizzazione degli spazi interni si basa sui principi montessoriani ed è finalizzata a
garantire la continuità didattica tra la primaria e la secondaria di primo grado, disponendo di
aule flessibili e spazi condivisi dove il materiale didattico è collocato in maniera accessibile
indistintamente a tutti i bambini dai 6 ai 14 anni.
L’avvio dei lavori
Il cantiere è stato avviato un anno fa e in giugno è iniziata la demolizione del vecchio
fabbricato scolastico, che si è conclusa in settembre. Il mese dopo, sotto costante
sorveglianza archeologica, sono iniziati gli scavi per la posa delle fondazioni. E proprio
durante tali scavi sono venuti alla luce strutture murarie e materiale archeologico. Alla luce
dei ritrovamenti, la struttura tecnica dell’amministrazione ha ritenuto di dover coinvolgere la
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro.
La scelta
D’intesa tra i due enti, il cantiere è stato parzialmente sospeso, sia per consentire
un’indagine archeologica più approfondita e il puntuale collocamento cronologico dei reperti
rinvenuti, sia per predisporre una variante al progetto che, senza modificare le superfici utili
della scuola, soddisfi l’esigenza di tutela integrale delle strutture murarie rinvenute.
L’area interessata dai nuovi rinvenimenti si trova tra Porta Utzeri, Santa Maria, Le Conce e
le propaggini orientali della città, con i siti di Sant’Eusebio, San Lorenzo e Piandanna. È
emersa una una dinamica insediativa e di frequentazione piuttosto complessa, in
conseguenza della quale è stato ritenuto necessario allargare gli scavi in corrispondenza
dei rinvenimenti, da eseguire con metodologia stratigrafica.
La testimonianza
«Il ritrovamento di questi resti murari e dei reperti a essi associati riveste per Sassari una
rilevante importanza storico-archeologica», affermano le studiose che hanno operato nel
cantiere. «Fino al tardo Duecento, periodo di costruzione delle mura civiche, nelle aree
immediatamente periferiche alla città sorgevano diversi villaggi come Silki, Cleu e Kitarone,
abbandonati nella prima metà del Trecento per l’attrazione che esercitava la città murata e
per i disordini e i pericoli costituiti dall’invasione catalano-aragonese», prosegue il resoconto
a completamento delle indagini archeologiche. «Il nome della vicina Porta Utzeri suggerisce
il toponimo Utzeri, mentre i reperti rinvenuti sono databili tra il XII-XIII e il XIV secolo e
testimoniano l’esistenza di un nucleo abitativo medievale extraurbano», è la convinzione
maturata. Non solo. «Le indagini stratigrafiche hanno portato alla luce parte di un’abitazione
rurale ubicata in località Utzeri, della quale non c’è chiara testimonianza nei documenti
medievali, probabilmente insediata da piccoli nuclei di abitazioni rurali che caratterizzavano
le campagne al di fuori del circuito murario di Sassari», concludono le archeologhe. In
particolare, «gli scavi hanno messo in luce l’esterno dell’abitazione, caratterizzato da un
selciato e da una buca, riempita con materiali riconducibili ad azioni di manutenzione del
tetto durante le sue fasi di vita», mentre «i reperti rinvenuti coprono un arco cronologico che
va dalla prima metà del 1200 alla metà del 1300 e testimoniano dei rapporti tra la Sardegna
e le rotte del Mediterraneo occidentale, dalla Provenza alla Liguria, dalla Toscana sino,
probabilmente, al Lazio, e dei contatti con Tunisia, Egitto e Siria». A confermarlo è il
ritrovamento di “denari” genovesi, il cui conio è databile dal 1139 al 1339, e monete di età
sabauda contestuali alla vita dei locali dell’artiglieria.
«Ma sono stati ritrovati anche reperti di età romana, residuali, che testimoniano della
capillare presenza dall’età repubblicana fino all’età imperiale nella valle di San Lorenzo e
nella zona oggi conosciuta come gli Orti di San Pietro - è la chiosa – i dati raccolti
raccontano della vitalità e della continuità di vita in questa parte di territorio, riccamente
fertile, probabilmente disabitata e depauperata degli abitanti a favore dell’accrescimento
della città di Sassari, all'interno delle mura».
La conclusione dei lavori è prevista per il prossimo novembre, ma i ritrovamenti archeologici
e l’esigenza della loro tutela integrale impone uno slittamento che, nel rispetto delle
scadenze fissate dal finanziamento europeo, non potrà andare oltre il 31 marzo 2026. La
variante progettuale mira a inglobare nel nuovo edificio scolastico l’area dello scavo: per
preservarla, tutelarla e renderla visibile al pubblico attraverso un varco visibile da via Padre
Ziranu, ma anche per farla diventare un laboratorio di archeologia nello spirito della didattica
Montessori, a servizio non solo del singolo plesso scolastico.
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