Storia e destino dell’Ospedale Marino di Alghero - quarta parte

Implicazioni pratiche e destino attuale

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  Con l’entrata in vigore della riforma 2025, l’Ospedale Marino di Alghero torna dunque sotto la direzione dell’ASL di Sassari (Azienda Socio-Sanitaria Locale n.1). In termini pratici, questo significa che la gestione amministrativa, il personale e il budget del presidio faranno capo alla ASSL Sassari, analogamente a quanto avveniva prima del 2020. Le unità operative attualmente attive (ortopedia, riabilitazione, etc.) dovranno essere integrate nell’organigramma dell’ASL, garantendo la continuità assistenziale. Un tema delicato riguarda il personale specialistico dell’AOU che in questi anni operava ad Alghero: sarà necessario stipulare convenzioni o trasferire competenze affinché chirurghi ortopedici, anestesisti e altri specialisti continuino a prestare servizio al Marino anche sotto ASL, evitando un depauperamento improvviso. Su questo punto le forze di opposizione lamentano la mancanza di garanzie esplicite nella legge?. Figure istituzionali locali, come il sindaco Raimondo Cacciotto, invitano a decidere il futuro del Marino coinvolgendo il territorio: “La Regione, prima di fare qualsiasi scelta, ascolti i territori e si definisca insieme l’organizzazione dei servizi”. Cacciotto evidenzia che la priorità non è tanto la sigla di appartenenza (ASL o AOU), quanto assicurare determinati reparti e risorse umane: “Prima di arrivare al modello di governance è importante capire quali servizi si intendono erogare e con quale personale. Anestesisti, cardiologi, pediatri sono le maggiori sofferenze che abbiamo… Se oggi soffre l’AOU, magari per gli anestesisti domani soffrirà l’ASL, se non ci dicono come intendono porre rimedio”. Questa posizione richiama la necessità di piani concreti di reclutamento e organizzazione per non perdere quanto di buono è stato costruito.

  Per il momento, la destinazione d’uso della struttura rimane invariata: il Marino continuerà a svolgere il ruolo di ospedale specialistico e di supporto per Alghero. Nel breve termine, rimarranno attivi i reparti attuali e proseguiranno i lavori di ammodernamento tecnologico già avviati (come il completamento delle nuove sale operatorie). Sul medio termine, il dibattito torna a concentrarsi sulla realizzazione del nuovo ospedale unico per Alghero, ritenuto da più parti la soluzione definitiva alle frammentazioni attuali. Tale progetto tuttavia al momento è sospeso e subordinato a scelte politiche future. Intanto, i comitati cittadini e l’Amministrazione locale vigilano affinché il ritorno all’ASL non comporti un calo nei servizi. La richiesta unanime è di mantenere lo status di ospedale di primo livello per Alghero, con reparti come ortopedia, pronto soccorso potenziato, anestesia h24, punto nascita e tutti i servizi essenziali. Come sintetizzato dal consigliere comunale Christian Mulas durante un’audizione regionale: “Il numero di prestazioni che eroga il Marino con l’AOU è nettamente superiore alla gestione ASL. Non c’è paragone, quella è la strada da prendere”. Questa affermazione, proveniente paradossalmente da un esponente della maggioranza algherese (attualmente della stessa area politica della Giunta Todde), dimostra che sul territorio persistono forti perplessità sulla bontà del cambio di gestione.

La storia dell’Ospedale Marino di Alghero è caratterizzata da continue trasformazioni: nato oltre un secolo fa come ospizio caritatevole, poi ospedale specialistico pubblico, ha visto alternarsi momenti di splendore e declino. Oggi, all’indomani della riforma del marzo 2025, il suo destino è nuovamente in fase di definizione. La speranza espressa da tutti gli attori in campo è che, al di là delle dispute istituzionali, vengano garantite e anzi migliorate le prestazioni sanitarie per i cittadini algheresi. La sfida aperta è conciliare le esigenze di efficienza amministrativa (obiettivo dichiarato della Regione) con la tutela della qualità dei servizi offerti finora, valorizzando l’Ospedale Marino come patrimonio sanitario da rilanciare e non da depauperare.