Atletico Sorso 18-Tre Stelle Sassari 0: una goleada che fa discutere

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  Una partita che entrerà nella storia, ma forse non per i motivi migliori. Atletico Sorso 18, Tre Stelle Sassari 0. È il risultato choc della tredicesima giornata del campionato di Seconda Categoria, giocata domenica scorsa allo stadio Piramide di Sorso. Difficile ricordare un divario simile in un campionato ufficiale FIGC, tanto più nel mezzo di una stagione agonistica. Il punteggio non ha tardato a sollevare un polverone, soprattutto sui social, dove in molti si chiedono se si sarebbe potuto – o dovuto – fermarsi prima. Una domanda che divide tifosi e addetti ai lavori, ma che trova una spiegazione nei retroscena della gara. Il Tre Stelle Sassari, fanalino di coda con un solo punto in classifica, si è presentato a Sorso in condizioni disperate. «Siamo arrivati senza portiere e abbiamo schierato tra i pali un ragazzo – racconta il presidente sassarese Giovanni Carlo Farre –. Altri due giocatori erano in panchina, ma senza esperienza. 

  Durante la gara abbiamo subito anche qualche infortunio, ma siamo rimasti in campo per onorare lo sport. Potevamo ritirarci, ma non lo abbiamo fatto». Dall’altra parte, l’Atletico Sorso, capolista e ambiziosa pretendente alla promozione, non ha fatto sconti. «Ci dispiace per il punteggio – spiega Pierluigi Mannoni, presidente del club sorsense – ma non potevamo fare diversamente. Fermarci sarebbe stato irrispettoso verso i nostri avversari. Inoltre, la differenza reti è un fattore cruciale in caso di parità di punti a fine campionato». 

  Una giustificazione che non spegne del tutto le polemiche. Il primo tempo, chiuso sull’8-0, ha lasciato intuire da subito un epilogo senza scampo per i sassaresi. Gli attaccanti del Sorso, affamati di gol, hanno dilagato, trasformando la partita in una goleada senza precedenti. Domenica prossima, l’Atletico Sorso sarà atteso da un derby infuocato contro il Sorso, seconda forza del campionato. Una sfida che promette tutt’altro equilibrio rispetto al 18-0 di questa settimana. Ma quella giornata resterà nella memoria: non solo per il risultato, ma per ciò che rappresenta. Onorare lo sport, rispettare gli avversari, giocare fino alla fine: principi che si scontrano con la realtà del campo, dove numeri e obiettivi spesso parlano più forte. Montanelli avrebbe probabilmente concluso con un sorriso ironico, osservando come lo sport, anche in una domenica di provincia, resti sempre un terreno fertile per grandi passioni e infinite discussioni.