In vacanza a Marsa Alam, nel Mar Rosso, il 48enne romano Gianluca Di Gioia ha incontrato una morte orrenda, di quelle che sembrano uscite da un film dell’orrore ma che purtroppo sono reali. Mentre nuotava, facendo snorkeling fuori dalla zona consentita, è stato aggredito da uno squalo che lo ha dilaniato sotto gli occhi atterriti degli altri turisti.
A nulla è servito il coraggio di Peppino Frappani, un odontotecnico 69enne della provincia di Cremona, che si è lanciato in acqua per tentare di salvarlo. Anche lui è stato attaccato dallo squalo e ha riportato gravi ferite alle braccia e alle gambe, ma per fortuna non è in pericolo di vita.
La scena è stata raccapricciante: la vittima, racconta una cugina del ferito, era impegnata in una tranquilla immersione quando è stata sorpresa dall’attacco feroce del predatore marino. Le autorità egiziane hanno già avviato un’indagine per chiarire come sia potuto accadere un episodio così drammatico in una zona dove gli attacchi di squali sono rarissimi.
Un punto è già emerso: i due uomini si trovavano oltre i limiti consentiti per la balneazione. Una leggerezza fatale, che però non giustifica la gravità dell’accaduto. Il Ministero ha deciso immediatamente di chiudere quel tratto di mare, nel tentativo di evitare altre disgrazie.
Eppure, il Mar Rosso, tanto celebrato per la sua bellezza mozzafiato, è capace di ricordarci quanto la natura sappia essere spietata. Di Gioia lascia dietro di sé dolore e sgomento, una famiglia distrutta e un’ombra pesante su un paradiso turistico che, questa volta, ha mostrato il suo lato più crudele.
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