Un colpo secco, veloce e decisamente grossolano, ma alla fine fruttuoso: 80mila euro strappati alla cassaforte dell’IperPan di Sestu, a quanto pare con la stessa finezza di un piccone usato per sfilare la Monna Lisa da un museo. Secondo i Carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena, in azione attorno alle quattro del mattino c’erano dei ladri tutt’altro che raffinati: una Fiat Panda rubata e trasformata in ariete, la porta d’ingresso sfondata, dentro e fuori con il malloppo in pochi minuti. Fine della storia.
Il supermercato come una cassaforte di quartiere, aperta a colpi di lamiera, e i militari che arrivano a giochi finiti, senza poter far altro che contabilizzare i danni.
Oltre al bottino da 80mila euro, cifra ancora da verificare per bene, resta solo un parcheggio vuoto e un’aria di beffa.
La domanda, a questo punto, è sempre la stessa: chi erano, dove sono andati, come possono essere scomparsi senza lasciare traccia? L’IperPan ha telecamere, sistemi di sicurezza, allarmi, eppure nulla di tutto questo è servito a impedire una fuga rapida e pulita. Il copione è noto: nei prossimi giorni si passeranno al setaccio i filmati di sorveglianza, si cercherà l’auto usata come testa d’ariete, forse abbandonata in qualche zona industriale. Nell’attesa, rimane l’amaro in bocca di chi assiste all’ennesima incursione notturna, un déjà-vu che la cronaca ci propone come un vecchio disco rotto. Ma in fondo, cos’altro aspettarsi? Quando la sicurezza diventa una parola vuota, anche un supermercato diventa una banca di paese. E pure a buon mercato.
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