Un tragico incidente di caccia ha spezzato le vite di Giacomo Desogus e Matthias Steri, entrambi 28enni, nelle campagne di Quartu Sant’Elena. I due giovani, appassionati di attività venatoria, sono stati trovati senza vita nella notte tra Mela Murgia e Santu Lianu dai Carabinieri, dopo ore di ricerche.
Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, uno dei due avrebbe sparato accidentalmente alla nuca dell’altro.
Scosso dall’accaduto, si sarebbe poi tolto la vita utilizzando il fucile di proprietà dell’amico, l’unico titolare di un regolare porto d’armi.
I familiari avevano dato l’allarme in serata, non riuscendo più a contattare i ragazzi. Grazie alla localizzazione dei cellulari, i Carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena, i Vigili del Fuoco di Cagliari e il Corpo Forestale regionale hanno avviato le ricerche, coordinate dalla Prefettura nell’ambito del piano provinciale per le persone scomparse.
Questa mattina, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri procederà con i rilievi tecnici sul luogo della tragedia, cercando di chiarire ulteriormente la dinamica dell’accaduto.
L’Organizzazione Internazionale per la Protezione Animali (OIPA) ha espresso sgomento per l’ennesimo incidente mortale legato alla caccia, sottolineando la gravità della situazione. Secondo i dati dell’Associazione Vittime della Caccia, nella stagione venatoria 2023-2024 si sono già registrati 12 morti e 56 feriti.
L’OIPA, attraverso un comunicato, ha chiesto al Governo e al Parlamento di intervenire con una revisione della legislazione in materia venatoria, ponendo l’accento non solo sul rischio per gli animali, ma soprattutto sulle conseguenze per la sicurezza pubblica.
"Quante vittime umane, oltre a quelle animali, dovremo ancora contare prima che la caccia venga riconosciuta come un problema sociale?", si chiede l’associazione, che auspica un “giro di vite legislativo” per prevenire ulteriori tragedie.
L’incidente di Quartu si inserisce in un quadro allarmante, in cui la sicurezza legata all’attività venatoria continua a essere sottovalutata. Ogni stagione porta con sé un bilancio di sangue che coinvolge non solo i cacciatori, ma anche persone estranee all’attività. Un dato che, secondo l’OIPA, non può più essere ignorato.
Il tragico epilogo della giornata di ieri riporta alla ribalta un tema complesso e divisivo, ma che non può più essere rimandato: salvaguardare vite umane dovrebbe essere una priorità del legislatore.
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