Stadi italiani per Euro 2032: Cagliari spera

-
  Mancano otto anni agli Europei di calcio del 2032, ma l’Italia, fedele alla sua fama, si trova già a dover fare i conti con i soliti ritardi burocratici. Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, si è messo in moto, incontrando i Comuni che puntano ad ospitare la manifestazione. La decisione non ammette ritardi: entro il 2026 bisognerà scegliere i cinque, al massimo sei, stadi italiani che avranno l’onore di rappresentare il Paese. Roma, Torino e Milano sembrano già certe di avere il loro posto in prima fila. La loro tradizione calcistica, unita alla presenza di impianti iconici, sebbene bisognosi di adeguamenti, le mette in pole position. Questo lascia appena due slot aperti, che vedono tra le aspiranti Firenze, Bologna, Napoli e Cagliari. Il capoluogo sardo ha presentato la sua candidatura con ambizione e speranza. 

  Il progetto riguarda un nuovo stadio, destinato a rimpiazzare definitivamente il vecchio Sant’Elia, ormai simbolo di un passato che non regge più il confronto con le esigenze del calcio moderno. L’auspicio è che il 2025 segni l’anno della demolizione, con un progetto concreto che possa far decollare il sogno europeo. Abodi e il comitato hanno già avviato un confronto con i rappresentanti di Cagliari e Firenze per valutare le potenzialità tecniche e logistiche. Il percorso, però, non sarà privo di ostacoli. L’Italia ha un rapporto complicato con le grandi opere infrastrutturali, e i ritardi accumulati in passato, soprattutto in occasione dei Mondiali del 1990, pesano come un macigno. 

  Stavolta, però, il Ministro sembra determinato a cambiare rotta, accelerando i processi e assicurando un coordinamento serrato tra Stato e Comuni. Cagliari, in questa sfida, dovrà dimostrare di poter rispettare le tempistiche e offrire una struttura all’altezza delle aspettative europee. Ospitare Euro 2032 sarebbe per Cagliari un’occasione storica. Un’opportunità per proiettare la Sardegna sul palcoscenico internazionale, unendo sport, cultura ed economia. La partita è ancora aperta, ma per il capoluogo sardo il tempo stringe: ogni decisione presa nei prossimi mesi potrebbe fare la differenza tra un sogno infranto e la realizzazione di un traguardo epocale.