C’è un progetto, e non è il solito progetto. Niente slogan, niente di quei proclami dal sapore stucchevole che raccontano di giovani e futuro, salvo poi lasciarli scivolare nel vuoto appena si spengono le telecamere. “10 Storie” è un’iniziativa che la Caritas di Ales-Terralba porta avanti con un coraggio che quasi commuove, un coraggio che sa di sfida e, in fondo, di ribellione. Perché sì, ci vuole audacia a prendere 1200 ragazzi delle scuole superiori, in una Sardegna in perenne crisi economica, e tentare di instillare in loro non solo speranza, ma qualcosa di ancora più raro: la fiducia. La fiducia che anche in una terra arida di opportunità, i sogni possano germogliare.
È il quarto anno che questa sfida si rinnova, e quest’autunno, ancora una volta, il progetto “10 Storie” si fa strada nelle aule, negli spazi del Centro Pastorale di San Gavino e nella biblioteca dell’Istituto di Scienze Religiose di Ales-Terralba.
Lì, sotto le luci di un set televisivo improvvisato, gli studenti non assistono passivi, ma diventano parte attiva, si confrontano con ospiti che ce l’hanno fatta: imprenditori, artisti, sportivi, chef, scrittori. Si raccontano le “storie di successo”, quelle che dicono “ho creduto in me, e forse anche voi potete farlo”.
Perché in fondo è proprio di questo che si tratta. Non di offrire ai ragazzi l’ennesima pacca sulla spalla, ma di dare un po’ di luce a chi cresce in una terra che, con i suoi numeri spaventosi sulla dispersione scolastica, sembra aver dimenticato il significato della parola “futuro”. Don Marco Statzu, direttore della Caritas diocesana, lo dice con chiarezza: "Vogliamo incoraggiare i ragazzi a cercare la propria strada, a cogliere ogni opportunità formativa che possa servire a realizzare i loro sogni. La povertà educativa, qui, è tanto devastante quanto quella economica".
E così, nel susseguirsi delle puntate che andranno in onda ogni lunedì di novembre alle 18, questi studenti incontreranno volti noti, persone che portano con sé un bagaglio di vita reale. Quest’anno gli ospiti sono Andrea Vadilonga, Gian Giacomo Ibba, Silvana Sardu e Cristina Caboni: ognuno di loro ha costruito qualcosa di diverso, ognuno ha lottato contro i propri limiti, spesso contro la diffidenza di una società che non concede facilmente il successo. Eppure, in questo spazio, non si parla di miracoli o favole, ma di scelte, di ostacoli e, soprattutto, di strade da percorrere.
Negli anni passati, il palco di “10 Storie” ha visto alternarsi cantanti, sportivi, medici, giornalisti, artisti, tutti chiamati non a fare da modello irraggiungibile, ma a testimoniare che sì, qualcosa di diverso si può fare. Non sono “star”, ma persone, uomini e donne che hanno rischiato, caduto, tentato e, alla fine, costruito.
Forse non cambieranno il mondo, ma danno ai ragazzi di questa Sardegna un motivo per provarci.
In un mondo che corre veloce, spesso lasciando indietro proprio i più giovani, "10 Storie" è una pausa, una boccata d'ossigeno. È il segnale che c'è ancora chi crede in loro, chi non li riduce a statistiche o li dimentica al primo segno di difficoltà. Qui, in un angolo della Sardegna, la Caritas, insieme a scuole, parrocchie e biblioteche, porta avanti una battaglia silenziosa, fatta di parole e ascolto, di presenza e impegno. E non è poca cosa, perché se c’è una speranza per il futuro di questi ragazzi, forse passa anche da qui, da queste storie vere, dure, e soprattutto necessarie.