Caso del Centro Italo Arabo a Cagliari: accuse e reazioni

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  La vicenda che coinvolge Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia, e il Centro Italo Arabo e del Mediterraneo ha sollevato un acceso dibattito politico e mediatico. Al centro del conflitto, un evento culturale organizzato dal Centro Italo Arabo alla Manifattura Tabacchi di Cagliari, dedicato alla scoperta dell'Iran contemporaneo, ma che, secondo Cappellacci, avrebbe avuto risvolti pericolosi in termini di propaganda antisemita e sostegno a movimenti come Hezbollah e Hamas. L’ex presidente della Regione Sardegna, ora deputato, ha portato la questione fino al Viminale, presentando un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Cappellacci ha sollevato preoccupazioni su quello che ha definito un "concreto pericolo per la democrazia", sostenendo che l’evento avrebbe dato spazio a ideologie estremiste. 

  Secondo il parlamentare, durante la manifestazione sono stati espressi slogan di carattere antisemita e sono stati giustificati i crimini di organizzazioni terroristiche come Hamas. Cappellacci ha affermato che i partecipanti hanno sostenuto la "resistenza libanese" contro l'aggressione "sionista" e ha denunciato un pericolo per la sicurezza pubblica, chiedendo un intervento del governo per monitorare e fermare eventi simili. Inoltre, Cappellacci ha criticato l’assegnazione di 150.000 euro di fondi pubblici al Centro Italo Arabo da parte del Consiglio Regionale per il progetto MedLab. Questi finanziamenti sono stati un ulteriore punto di scontro tra le parti, in quanto secondo il parlamentare forzista, l’associazione ha usato denaro pubblico per eventi che non rispettano i valori democratici. La reazione del Centro Italo Arabo non si è fatta attendere. L’associazione ha rigettato tutte le accuse definendo le affermazioni di Cappellacci "false e pericolose". 

  In una dichiarazione ufficiale, il Consiglio Direttivo del Centro ha annunciato una querela per diffamazione aggravata contro Cappellacci, sostenendo che nessuna delle attività organizzate durante l’evento abbia avuto un contenuto antisemita. Il presidente del Centro, Raimondo Schiavone, ha ribadito che le critiche espresse all’evento erano rivolte esclusivamente alla politica dello Stato di Israele, in particolare alle azioni militari nella Striscia di Gaza durante il conflitto con Hamas. Secondo il Centro, le affermazioni di Cappellacci contraddicono lo spirito della manifestazione, che aveva come obiettivo il dialogo interculturale e il sostegno alla pace. Schiavone ha precisato che tutte le registrazioni dell’evento saranno messe a disposizione della Procura della Repubblica per dimostrare la falsità delle accuse, e ha sottolineato come le posizioni espresse durante l'evento siano in linea con quelle di organismi internazionali come l'ONU e la Conferenza Episcopale Italiana, che hanno condannato l'eccessiva reazione israeliana ai conflitti nella Striscia di Gaza. Questa vicenda si inserisce in un clima politico sempre più teso riguardo al Medio Oriente e alla gestione della questione palestinese. 

  Le manifestazioni a favore del popolo palestinese e la critica verso Israele sollevano spesso accuse di antisemitismo, un confine sottile che crea controversie accese in tutto il mondo. Il Centro Italo Arabo ha specificato che l’obiettivo della manifestazione era promuovere una riflessione sulla cultura iraniana e favorire il dialogo interculturale. Tuttavia, l’accusa di antisemitismo ha colpito duramente l’associazione, che si trova ora al centro di una querela incrociata con Cappellacci. La vicenda non è solo locale, ma ha raggiunto un livello nazionale con il coinvolgimento del Viminale. Sarà ora compito delle autorità giudiziarie valutare la legittimità delle accuse e delle difese presentate. Nel frattempo, questa polemica mette in luce quanto delicati siano i temi legati al conflitto israelo-palestinese e alla libertà di espressione su argomenti così divisivi. Cosa emergerà da questa vicenda e quale sarà il destino del Centro Italo Arabo dipenderà ora dalle prossime mosse legali e politiche.