Alghero acquisisce 197 ettari tra Punta Giglio e Capo Caccia: ma il pubblico saprà gestire questo tesoro?

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  Il gruppo "Orizzonte Comune" celebra l'acquisizione da parte del Comune di Alghero di 197 ettari tra Punta Giglio e Capo Caccia, definendola "un clamoroso cambio di rotta, una svolta epocale". Una conquista importante, senza dubbio, che restituisce un patrimonio inestimabile alla comunità catalana, composto da macchia mediterranea e foresta, affacciato sul mare algherese. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: siamo sicuri che, in mano pubblica, questo immenso patrimonio possa davvero rifiorire? La storia ci insegna che ciò che viene gestito dal pubblico finisce spesso in uno stato di abbandono e degrado. 

  Mentre da un lato "Orizzonte Comune" elogia l’operazione come un piccolo miracolo che ha coinvolto il sindaco Raimondo Cacciotto, l’assessore Enrico Daga, e le commissioni guidate da Mulas e Sartore, dall’altro non possiamo dimenticare che troppe volte il passaggio da proprietà privata a pubblica ha segnato l'inizio del declino per molti beni. Questa acquisizione è costata alla collettività una somma definita "proporzionalmente congrua", ma il vero valore sarà misurato dalla capacità dell'amministrazione di gestirla e valorizzarla nel tempo. Sarà in grado il Comune di Alghero di dimostrare che questa operazione non si tradurrà nell’ennesima occasione mancata per il nostro territorio? Solo il tempo potrà dirlo, ma il rischio che questa ricchezza finisca per essere dimenticata, come tante altre nelle mani pubbliche, è un timore che non possiamo ignorare.