Il Campo Mariotti: storia di un simbolo algherese

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  C'è un angolo di Alghero che, da oltre un secolo, osserva silenzioso il passare delle generazioni: il Campo Mariotti. Non è solo un campo sportivo; è un pezzo di storia, un simbolo della comunità. Eppure, negli ultimi giorni, è diventato il fulcro di un acceso dibattito politico, alimentato da affermazioni che rischiano di confondere la memoria collettiva.

  Si mormora che il Mariotti sia stato donato alla città da un nobile prelato, un atto di generosità che avrebbe consegnato l'area agli algheresi. Ma la realtà, spesso meno romantica delle leggende, racconta una storia diversa, fatta di atti notarili e deliberazioni comunali. Per comprendere la vera origine del Campo Mariotti, bisogna tornare al 5 giugno 1918. In una sala del Municipio di via Columbano, il nobile Claudio Guillot, figlio del fu Francesco, e l'Assessore Anziano Mario Vitelli si incontrarono davanti al notaio Carmine Dupré. Non per sancire una donazione, ma per stipulare un atto di vendita. Il Comune di Alghero acquistò dal Guillot un terreno di quasi cinque ettari, noto come "Mariotti", per la somma di 28.000 lire, una cifra considerevole per l'epoca. L'atto, repertorio n. 3199 fascicolo n. 25, è chiaro e dettagliato. Il terreno, situato tra le attuali via Vittorio Emanuele, via Michelangelo, via Diaz e via Aldo Moro, venne acquistato per soddisfare esigenze precise. 

  L'Italia era nel pieno della Grande Guerra, e l'Ospizio Marino, destinato ai ragazzi affetti da scrofolosi, era stato requisito dalle truppe militari. Le autorità premevano affinché il Comune fornisse nuovi locali per l'alloggiamento dei soldati. Il terreno del Mariotti, con i suoi fabbricati esistenti, rappresentava la soluzione ideale. Ma c'è un dettaglio fondamentale: il terreno era gravato da usi civici. Ciò significa che l'area è destinata all'uso collettivo della comunità, un bene inalienabile che non può essere venduto a privati per fini speculativi. Questo vincolo giuridico è sancito nell'atto di vendita e ribadito nelle successive deliberazioni comunali, come la n. 36 del 13 ottobre 1918, approvata dal Prefetto il 6 luglio 1918. Alla luce di questi fatti, le recenti proposte di alienare l'area a privati per finanziare la costruzione di un nuovo impianto sportivo altrove appaiono non solo impraticabili, ma anche contrarie all'interesse pubblico. Il Mariotti non è un semplice lotto di terreno; è un patrimonio storico e culturale che appartiene agli algheresi. È sorprendente come una leggenda metropolitana, quella della donazione da parte di un nobile prelato, abbia potuto attecchire così profondamente nell'immaginario collettivo. 

  Forse per mancanza di informazioni, forse perché la storia vera, con le sue carte e i suoi atti notarili, è meno affascinante di un mito. Ma è proprio nei dettagli, nelle date e nei nomi scritti con inchiostro sbiadito, che si trova la verità. L'Amministrazione Comunale ha il dovere di tutelare questo bene, non solo per rispetto delle leggi sugli usi civici, ma anche per onorare la memoria storica della città. Piuttosto che pensare a vendere, sarebbe più saggio e lungimirante investire nella riqualificazione del Campo Mariotti, trasformandolo in una struttura polifunzionale al servizio della comunità. Un luogo che possa continuare a essere il cuore pulsante dello sport algherese, ma anche un centro di aggregazione sociale e culturale. D'altro canto, se l'Amministrazione decidesse di destinare l'area ad altri scopi, dovrebbe intraprendere un iter complesso per liberarla dal vincolo degli usi civici, coinvolgendo la Regione e motivando chiaramente l'interesse pubblico di tale scelta. Ma sarebbe una strada tortuosa e, forse, non condivisa dalla cittadinanza. 

  Il Campo Mariotti rappresenta un pezzo di storia che non può essere cancellato o sacrificato sull'altare di interessi contingenti. La città di Alghero ha il dovere di preservare i propri patrimoni, materiali e immateriali, guardando al futuro senza dimenticare il passato. E per farlo, è necessario che le decisioni siano prese con cognizione di causa, basandosi su fatti documentati e non su miti. La memoria storica non è un optional, ma una bussola che dovrebbe guidare le scelte di chi amministra la cosa pubblica. Il Campo Mariotti non è solo un campo sportivo; è un simbolo dell'identità algherese, un luogo dove generazioni hanno coltivato sogni e passioni. Lasciamolo vivere, dunque, nel rispetto della sua storia e della sua gente.