Strage a Nuoro: l’orrore di una famiglia spezzata

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  Nuoro è scossa, ferita da una tragedia che sembra non trovare spiegazioni. In via Ichnusa si è consumato un dramma familiare che ha lasciato una scia di morte e sgomento. Roberto Gleboni, 52 anni, operaio forestale e incensurato, ha sparato con la sua semi-automatica calibro 7.65, colpendo tutte le sue vittime alla testa. Un gesto che lascia intendere una fredda e lucida premeditazione, una volontà feroce di annientare tutto ciò che amava. 

  Le vittime? Sua moglie, la figlia, e i due figli minori. Il più piccolo, di appena 10 anni, ha lottato tra la vita e la morte fino a poche ore fa, ma la sua battaglia è finita: la dichiarazione della morte cerebrale ha messo un punto tragico alla storia di questa famiglia. Il figlio di 14 anni, seppur ferito, è l'unico superstite di questo massacro. Gli inquirenti scavano, cercano di dare un senso all’insensato. Parenti, amici, vicini: tutti interrogati, ma nessuno sa dire perché. Gleboni era descritto come un uomo socievole, una persona che scambiava parole cortesi coi vicini, un uomo di famiglia. Si mormora di una separazione imminente, di un matrimonio che ormai era solo un’ombra del passato. Ma niente che lasciasse presagire un tale orrore. “La cosa non ha spiegazioni”, mormora una vicina, con lo sguardo perso nel vuoto. Incredulità, sgomento, e quel senso di impotenza che resta quando il male bussa alla porta e distrugge tutto ciò che trova.