Riprendono gli sbarchi di migranti nel sud Sardegna, con numeri che tornano a crescere e destano preoccupazione. Ieri sera, al largo di Sant'Antioco, un barchino è stato intercettato dalla Guardia di Finanza con a bordo otto persone, tra cui una donna. Poche ore dopo, altri otto migranti, tutti uomini di presunta nazionalità algerina, sono stati rintracciati a Porto Pino, lungo via del Mare. I carabinieri della stazione di Cortoghiana li hanno individuati, ma il mezzo utilizzato per la traversata non è stato ancora trovato.
Tutti i migranti sono stati accompagnati al Centro di Prima Accoglienza di Monastir, segno dell'ennesima emergenza a cui l'isola deve far fronte.
Nella notte, i carabinieri della stazione di Domus de Maria hanno rintracciato altri due migranti, adulti e di presunta nazionalità tunisina, sbarcati a Chia, anch'essi privi di documenti. Anche questa volta, l’imbarcazione non è stata rinvenuta, evidenziando la difficoltà di contrastare un fenomeno che sembra ormai fuori controllo.
Questa mattina, i militari hanno rintracciato altri 12 migranti tunisini, tra cui un minore e una donna incinta. Tutti sono stati trovati in buone condizioni di salute, ma questo non cancella l’ennesima violazione dei nostri confini, ancora una volta esposti e indifesi.
Di fronte a questi continui sbarchi, è evidente come il governo nazionale debba rivedere la sua strategia di controllo dell'immigrazione. Non è più tempo di tergiversare: il territorio sardo non può essere lasciato solo di fronte a una situazione che sta assumendo dimensioni preoccupanti. La tutela dei confini e la sicurezza dei cittadini devono tornare al centro dell’agenda politica, con azioni concrete e immediate, perché dietro ogni sbarco non c’è solo una storia di disperazione, ma anche un evidente fallimento della gestione dell'immigrazione clandestina.
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