Roma, 18 settembre 2024 – Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale del Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie, ha lanciato un appello forte contro il dilagante fenomeno delle aggressioni al personale sanitario in Italia. "L’arresto in flagranza di reato è per noi solo un flebile passo in avanti", ha dichiarato, sottolineando che "per arginare sul nascere le violenze, occorrono presidi delle forze dell’ordine h24". Ceccarelli ha inoltre evidenziato che il drammatico aumento delle aggressioni è "legato a filo doppio alla mancata valorizzazione dei professionisti e alla disorganizzazione del nostro fatiscente Sistema Sanitario".
Nel 2023, il 42% delle violenze in ambito sanitario ha coinvolto infermieri, e il 2024 si preannuncia come un “annus horribilis”. Ceccarelli non risparmia critiche alla politica: "La politica si consideri colpevole due volte: nel non aver tutelato medici e infermieri e nel permettere che il malcontento dei cittadini esplodesse fino a questo punto".
Le aggressioni non sono solo fisiche. Come raccontato dalla cronaca nera degli ultimi mesi, si sono verificati "tentativi di strangolamento e minacce con coltelli e pistole", un chiaro segnale di un sistema che sta collassando sotto il peso di ritardi, disservizi e carenza di personale. "Nessuna violenza è giustificabile, ma i pronto soccorsi e i reparti più a rischio devono essere blindati, per evitare che si arrivi alla tragedia".
Oltre alle misure di sicurezza, Ceccarelli insiste sulla necessità di un intervento radicale per migliorare la sanità pubblica. "Un infermiere deve gestire in media 25 pazienti anziché i 6 raccomandati dall'OMS", una situazione insostenibile che genera malcontento sia tra i professionisti che tra i cittadini. "Non dovevamo arrivare fino a questo punto", conclude Ceccarelli, "Ora non ci resta che rimboccarci le maniche, tutti, per difendere i professionisti sanitari, prima che la paura lasci spazio alla tragedia".