ONG progressiste e la nuova crociata contro la Commissione UE: competenze o quote etniche?

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  L’ultima polemica sollevata dalla Rete europea contro il razzismo (ENAR) ci lascia interdetti: l'organizzazione ha espresso indignazione per la scarsa presenza di commissari di origine extracomunitaria nella futura Commissione europea, lamentando che ci sarà "soltanto" un rappresentante di queste minoranze. La richiesta dell’ENAR è chiara: maggior rappresentanza etnica ai vertici dell'*Unione Europea, a prescindere dalle competenze o dal consenso democratico che guida la scelta dei commissari. 

  In sostanza, il messaggio è chiaro: l’identità etnica diventa un criterio fondamentale per l’assegnazione di cariche istituzionali. Il merito? Le competenze? La volontà degli elettori? Tutto passa in secondo piano. Quello che importa per questi "antirazzisti" è la provenienza etnica, non l'esperienza o la capacità di affrontare le complesse sfide che riguardano l'Europa e i suoi cittadini. Il paradosso di questa richiesta è lampante. Quelli che dichiarano di voler combattere le discriminazioni stanno, in realtà, promuovendo una selezione basata esclusivamente sul colore della pelle. La proposta della Rete europea contro il razzismo non si basa sulla qualità dei candidati o sui meriti professionali, ma esclusivamente su un criterio identitario. Un principio che, ironicamente, si avvicina molto al concetto stesso di razzismo: scegliere qualcuno in base alla razza o all'origine etnica, piuttosto che per le sue competenze. 

  Le istituzioni europee, fondate sul principio del merito, della democrazia e della rappresentanza politica, non possono e non devono piegarsi a queste logiche. La diversità è senza dubbio un valore importante, ma deve emergere come risultato di un processo trasparente e basato sulle capacità, non come un fine imposto. Insomma, la vera domanda che dobbiamo porci è questa: vogliamo un'Europa governata da persone scelte per le loro competenze e per il loro impegno a servire i cittadini, o vogliamo un’Europa in cui il colore della pelle diventi un criterio di selezione più importante del merito? La risposta dovrebbe essere chiara.