Tra i latitanti più pericolosi d’Italia, il nome di Attilio Cubeddu continua a comparire, nonostante siano passati oltre 20 anni dalla sua sparizione. Nato il 2 marzo 1947 ad Arzana, Cubeddu fu arrestato nel 1984 a Riccione per accuse gravissime: sequestro di persona, omicidio e lesioni. Dopo 13 anni di detenzione nella Casa Circondariale di Badu 'e Carros (Nuoro), Cubeddu ottenne nel 1997 un permesso premio per uscire dal carcere, in quanto considerato un detenuto modello. Da quel momento, però, non rientrò più, dando inizio alla sua lunga latitanza.
Da allora, il suo nome è finito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità, e le ipotesi sulla sua sorte si sono moltiplicate.
Alcuni ritengono che possa essere morto, ma questa teoria non ha mai trovato conferme ufficiali. Altri, invece, sono convinti che sia ancora vivo e che continui a muoversi nell'ombra, mantenendo un profilo basso ma vigile. Voci non confermate suggeriscono che Cubeddu sia in possesso di un'agenda in cui annota le targhe delle auto sospette e che utilizzi un binocolo professionale per monitorare la zona in cui si nasconde.
Il nome di Attilio Cubeddu è stato associato anche al sequestro di Silvia Melis, avvenuto a Tortolì il 9 febbraio 1997, un caso che si concluse con la liberazione della vittima dopo 265 giorni di prigionia. Tuttavia, la connessione tra Cubeddu e questo evento rimane incerta.
Nonostante i molti anni di latitanza, Attilio Cubeddu resta uno dei ricercati più pericolosi d'Italia, un fantasma che sembra essere svanito nel nulla, ma che potrebbe ancora rappresentare una minaccia concreta.
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