Alghero: La burocrazia che non dimentica, i cittadini che pagano - Secal e il caos delle notifiche Tari

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  Ad Alghero, un'estate già torrida è stata resa insopportabile da una pioggia di notifiche fiscali che ha colpito migliaia di cittadini. 9309 atti di accertamento spediti da Secal a fine agosto hanno scatenato una bufera non solo tra i contribuenti, ma anche nei palazzi della politica locale.

  La vicenda riguarda gli accertamenti relativi alle annualità 2019, 2020 e 2021 per la tassa sui rifiuti (Tari), notifiche che, per molti, sono arrivate tutte insieme, causando caos e preoccupazione. L'amministratore di Secal ha giustificato questo invio massivo con un contratto firmato nel giugno del 2023 dalla precedente amministrazione, che imponeva di emettere gli avvisi entro il 31 agosto 2024. 

  Ma c’è di più: il 17% degli errori sarebbe dovuto a un disallineamento delle banche dati, che ha portato Secal a emettere bollettini errati. Un dettaglio che non è sfuggito ai membri della Commissione Bilancio, presieduta da Pietro Sartore, i quali hanno richiesto di disapplicare le sanzioni per quei cittadini tratti in errore dalla confusione amministrativa. Sul restante 80%, tuttavia, Sartore ha sottolineato che i mancati o ritardati pagamenti sono reali e dovuti. 

  Dall’altra parte della barricata politica, la Lega, con il suo capogruppo Michele Pais, non ha risparmiato attacchi durissimi. Pais, visibilmente arrabbiato, ha puntato il dito contro la gestione dell’intera vicenda, accusando alcuni politici di "ridere" delle difficoltà di tanti cittadini, soprattutto degli anziani, costretti a lunghe file sotto il sole, senza sedie né riparo, per risolvere questioni che, in molti casi, non avrebbero neppure dovuto affrontare. La sua furia si è riversata in una parola sola: "Vergogna!".

  È facile comprendere l’indignazione di chi, dopo essersi visto recapitare un avviso fiscale, si ritrova a lottare con la burocrazia. Specialmente per chi non ha dimestichezza con le nuove tecnologie: Linkmate, lo sportello virtuale di Secal, viene proposto come soluzione, ma per chi non sa usare lo SPID o una PEC, l’unica via rimane la fila sotto il sole. E, come sottolinea Pais, è proprio qui che si manifesta il disinteresse di una certa politica verso i più deboli. 

  Gli anziani, in particolare, diventano vittime di un sistema che, tra malfunzionamenti e pasticci amministrativi, scarica su di loro il peso degli errori. Dall’altro lato, l’assessore al bilancio Enrico Daga ha cercato di gettare acqua sul fuoco, spiegando che l’amministrazione è al lavoro giorno e notte per risolvere i problemi. Si tratta, secondo lui, di una situazione complessa, dovuta a un contratto ereditato dalla precedente giunta, e non a errori dell’attuale amministrazione. Daga ha invitato a evitare di puntare il dito, ma non ha nascosto la difficoltà di gestire un tale marasma. 

  Sebbene la questione degli accertamenti errati sia stata in parte giustificata dal problema delle banche dati disallineate, resta l’incapacità di affrontare le problematiche in modo preventivo. Ora si sollecita l’utilizzo del ravvedimento operoso per le annualità 2022 e 2023, ma il danno ormai è fatto: cittadini già in difficoltà, anziani in fila per ore, sanzioni che piovono su chi, talvolta, ha solo seguito indicazioni errate. In tutto questo, una domanda sorge spontanea: è davvero necessario arrivare a questo punto per garantire il pagamento di una tassa? La burocrazia dovrebbe facilitare la vita ai cittadini, non complicarla. 

  Eppure, ancora una volta, la macchina amministrativa si è dimostrata lenta e inefficiente. Se qualcosa va storto, a pagare il prezzo più alto sono sempre i più deboli. E la politica, anziché risolvere, finisce per usare i problemi come un'arma di scontro. Forse, più che gridare allo scandalo, sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche e cercare soluzioni reali.