Buggerru, 4 settembre 2024 – A 120 anni dal tragico eccidio del 1904, quando tre minatori furono uccisi dal fuoco del Regio esercito durante uno sciopero alla miniera di Malfidano, la cittadina mineraria ha commemorato quell'evento drammatico con una cerimonia di forte impatto simbolico. Ma quest’anno, oltre a ricordare il sacrificio dei lavoratori, è stato firmato il Patto di Buggerru, un accordo tra la Regione Sardegna e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, volto a migliorare le condizioni lavorative nell’isola, rendendo così la memoria un vero e proprio strumento d’azione.
"La giornata di oggi è storica", ha dichiarato la sindaca di Buggerru, Laura Cappelli, aprendo la commemorazione. "L’episodio del 1904 ha segnato una svolta per il movimento dei lavoratori italiani, e ora, 120 anni dopo, il nostro impegno è quello di portare avanti quella lotta. Ricordare è importante, ma lo è ancor di più continuare ad agire per garantire sicurezza e dignità nel lavoro, temi che purtroppo oggi, come allora, rimangono attuali."
La commemorazione ha preso avvio con una messa officiata dal parroco di Buggerru, don Marco Angius, il quale, durante l’omelia, ha sottolineato l’importanza della "memoria attiva" e il dovere di trasmettere alle nuove generazioni la storia delle lotte dei lavoratori. Un ricordo non solo dei caduti, ma anche di tutti coloro che, nel tempo, hanno sacrificato la propria vita per ottenere diritti fondamentali.
Successivamente, si è tenuta la tradizionale deposizione di una corona di fiori davanti alla targa che ricorda i nomi di Felice Littera, Salvatore Montixi e Giustino Pittau, i minatori vittime dell’eccidio. Un momento di raccoglimento che ha anticipato l’intervento della sindaca Cappelli, che ha letto i saluti inviati dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone. In una lettera, la ministra ha sottolineato che "questa pagina di storia dev’essere ricordata per mantenere viva la consapevolezza del percorso doloroso che ha condotto all’equilibrio attuale tra diritti e doveri nel mondo del lavoro".
Ma il fulcro della giornata è stata la firma del Patto di Buggerru, un accordo che sancisce l’impegno della Regione Sardegna e dei sindacati confederali per la sicurezza e la dignità del lavoro. La presidente della Regione, Alessandra Todde, nel suo intervento ha ribadito che "in una data così simbolica, abbiamo deciso di sottoscrivere un patto che pone al centro l’importanza di investire risorse per garantire che il lavoro in Sardegna sia sicuro e dignitoso. Non possiamo continuare a celebrare fittizi numeri di crescita occupazionale se i lavoratori rimangono precari e mal pagati."
Anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, ha evidenziato come "lo sciopero di Buggerru sia stato un grande atto di democrazia, un diritto che dobbiamo difendere con forza. Allora gli ultimi erano i minatori, oggi lo sono i lavoratori sfruttati nei campi o in altre realtà che continuano a non garantire salari dignitosi. L’eccidio non appartiene solo al passato, ma è un monito per il presente, dove ancora non si garantisce il salario minimo."
La firma del Patto ha trovato grande sostegno anche tra i rappresentanti sindacali, che hanno preso la parola durante la cerimonia. Ignazio Ganga (Cisl), Emanuele Ronzoni (Uil) e Daniela Barbaresi (Cgil) hanno sottolineato l’importanza di non considerare il sacrificio dei minatori solo come una memoria lontana, ma come un richiamo all’azione.
"Questa giornata – ha detto Ganga – ci chiama all’impegno, affinché istituzioni e parti sociali collaborino per far germogliare nuovi orizzonti di libertà e giustizia. Il 4 settembre è il giorno della partecipazione e dell’azione."
Per Ronzoni, la sfida è ancora aperta: "Non possiamo arretrare di fronte a chi mette in discussione diritti conquistati, come quello allo sciopero. La memoria deve tradursi in battaglie concrete nel presente." Infine, Barbaresi ha ribadito che "le condizioni di lavoro sono una vera emergenza nazionale e il miglior modo di onorare il passato è agire nel presente, per assicurare un futuro migliore ai lavoratori."
A conclusione della cerimonia, il Patto di Buggerru è stato firmato formalmente dalla presidente Todde e dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, siglando un impegno che punta a trasformare il ricordo dell’eccidio del 1904 in un motore per il miglioramento delle condizioni lavorative in Sardegna, mantenendo così viva l’eredità di quei minatori che, 120 anni fa, sacrificarono la loro vita per un futuro più giusto.