Alghero, i campi boe al centro delle polemiche: le associazioni ambientaliste chiedono trasparenza e un intervento immediato del Comune

Un'area del Parco di Porto Conte
  Le associazioni ambientaliste hanno alzato la voce contro il progetto di realizzazione di cinque nuovi campi boe nell’Area Marina Protetta di Porto Conte, un piano che includerebbe ormeggi per yacht e maxi yacht fino a 100 metri di lunghezza. In una nota congiunta, inviata al Sindaco di Alghero e all’Amministrazione Comunale, gruppi come Italia Nostra, Lipu e altre sigle hanno espresso profonda preoccupazione per quella che definiscono un’azione "inquietante", in grado di stravolgere l'equilibrio ecologico della zona. Le associazioni mettono in guardia: "Dietro l’azione apparentemente encomiabile a protezione della posidonia emerge, ancora una volta, uno sconcertante tentativo di accrescere, anziché contenere, la pressione nautica". 

  I nuovi ormeggi previsti, che si aggiungerebbero a quelli già esistenti, spingerebbero "oltre ogni limite" l'incremento di un turismo nautico aggressivo e non compatibile con i delicati equilibri ambientali dell'Area Marina Protetta e della Zona Speciale di Conservazione della baia di Porto Conte. Il progetto prevede, ad esempio, 30 ormeggi nella Baia delle Ninfe, compresi punti per imbarcazioni di 100 e 70 metri, 10 ormeggi a Capo Galera, di cui quattro per yacht di 24 metri, e altrettanti in zone come Punta Negra e Lazzaretto. Le dimensioni delle imbarcazioni, sottolineano gli ambientalisti, rappresentano una seria minaccia alla biodiversità e alla conservazione del paesaggio naturale. Non solo i dettagli del progetto destano preoccupazione. Le associazioni denunciano anche gravi irregolarità nella procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA), evidenziando che "non sono consultabili tutti gli elaborati progettuali", fatto che dovrebbe, secondo loro, comportare "lo slittamento dei termini per la presentazione delle osservazioni", attualmente previsti per il 7 settembre 2024. 

  Un altro punto critico riguarda l'anomalia della richiesta di VIncA formulata dai professionisti che hanno redatto il progetto, anziché dall'Ente Parco, come normalmente avviene. Per gli ambientalisti, la mancanza di un "processo democratico di informazione e discussione" rende l'intera vicenda ancora più inquietante. Un progetto di tale portata, che incide pesantemente sull’integrità del patrimonio di biodiversità e sulla qualità del paesaggio, avrebbe dovuto essere discusso apertamente, coinvolgendo la cittadinanza e le istituzioni locali. La richiesta avanzata al Sindaco e all’Amministrazione Comunale è chiara: attivarsi per un'analisi di sostenibilità del progetto e garantire che il processo informativo sia gestito con la massima trasparenza, in linea con gli impegni programmatici dell’amministrazione stessa, che prevede la partecipazione informata della cittadinanza a tutte le decisioni che riguardano il territorio. Le associazioni firmatarie — Italia Nostra, Lipu, SardegnAmbiente, Punta Giglio Libera-Ridiamo Vita al Parco, Earth Gardeners, Parco NordOvest Sardegna e Sardenya i Llibertat — si dicono pronte a collaborare con le istituzioni per trovare soluzioni che garantiscano la tutela del patrimonio naturale, senza però che si prosegua su una strada che, a loro avviso, comprometterebbe irrimediabilmente l'integrità di Porto Conte.