In meno di 48 ore, 12mila firme sono state raccolte dai docenti idonei al concorso PNRR 2023/24, un segnale inequivocabile di una crescente rabbia e frustrazione che non può più essere ignorata. La loro richiesta è chiara: non vogliono essere abbandonati alla precarietà, soprattutto dopo aver dimostrato di avere le competenze e l’esperienza necessarie per meritare una posizione stabile all’interno del sistema scolastico italiano.
In una lettera indirizzata alle principali organizzazioni sindacali e ai gruppi parlamentari, i docenti non lasciano spazio a fraintendimenti: «Abbiamo superato le prove, ma il Governo ci abbandona alla precarietà senza alcuna prospettiva».
Queste parole raccontano una realtà fatta di incertezza e disillusione, dove il superamento delle prove concorsuali sembra non bastare per ottenere quella stabilità lavorativa che dovrebbe essere garantita a chi ha dimostrato sul campo il proprio valore.
Il documento sottolinea diverse problematiche specifiche, a partire dalla richiesta di graduatorie di merito ad esaurimento. I docenti chiedono che nessun idoneo venga escluso e che venga riconosciuto il valore delle competenze acquisite. È ritenuto inaccettabile che chi ha già superato le prove concorsuali debba sottoporsi nuovamente a un altro concorso, ripetendo esattamente le stesse prove.
Un altro punto critico riguarda i percorsi abilitanti, che secondo i docenti dovrebbero prevedere l’abilitazione diretta per chi è risultato idoneo a un concorso. Inoltre, si chiede una revisione di questi percorsi, che devono essere economicamente sostenibili e mantenere standard elevati di qualità. Particolarmente preoccupante è la denuncia della crescente diffusione di titoli e abilitazioni venduti da università telematiche, che rischiano di compromettere la qualità dell'insegnamento e la credibilità del sistema formativo italiano.
Non manca poi la critica al sistema di reclutamento attuale, definito inefficace e incapace di risolvere il problema del precariato.
I docenti propongono l’introduzione di un doppio canale di reclutamento, che da un lato stabilizzi i docenti precari con almeno tre anni di servizio, e dall’altro permetta l’immissione in ruolo degli idonei da concorso.
Infine, la lettera solleva la questione della trasparenza nella valutazione dei titoli, chiedendo che l’esperienza maturata sul campo venga adeguatamente valorizzata. La scarsa trasparenza e la mancata valorizzazione dei titoli di servizio rappresentano una grave ingiustizia nei confronti di chi ha dedicato anni alla formazione delle nuove generazioni.
I docenti chiedono un incontro urgente con le istituzioni per discutere di queste problematiche e trovare soluzioni concrete. È chiaro che non si accontenteranno di vaghe promesse: la loro battaglia è appena iniziata, e non si fermeranno finché non avranno ottenuto il rispetto e la stabilità che meritano.
Il messaggio è forte e chiaro: i docenti idonei al concorso PNRR 2023/24 sono pronti a lottare per il loro futuro, e non accetteranno di essere relegati ai margini di un sistema che, finora, sembra averli ignorati.
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