La TARI e il bizzarro mondo al contrario di Alghero

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  Alghero – Non c’è niente di meglio per ravvivare il fine estate di un contribuente algherese che ricevere una bella notifica dalla SECAL, l’ente incaricato della riscossione dei tributi. Come ogni anno, la TARI, la tassa sui rifiuti, fa il suo ingresso trionfale nelle nostre vite. Ma questa volta, la storia ha un sapore ancora più amaro: oltre al consueto salasso annuale, molti cittadini si sono visti recapitare richieste di pagamento relative agli anni 2019, 2020 e 2021. 

  Sì, avete capito bene: sembra che la SECAL abbia deciso di rispolverare vecchie carte e pretendere pagamenti che, nella maggior parte dei casi, sono già stati effettuati. Provate a contattare la SECAL per chiarire la situazione? Auguri! Tra linee telefoniche perennemente occupate e appuntamenti impossibili da ottenere, il cittadino medio si ritrova intrappolato in un labirinto burocratico degno della peggior satira kafkiana. È il periodo di invio della TARI, dicono. Troppo lavoro, dicono. 

  E noi dovremmo crederci, accettando in silenzio questa situazione surreale, dove il cittadino paga, e poi paga ancora per dimostrare di aver già pagato. Per placare le folle inferocite, la SECAL ha deciso di aprire in via straordinaria nei giorni 2, 4, 6, 9, 11 e 13 settembre, dalle 9 alle 12. Chi arriva per primo prende un numero, come alla vecchia salumeria sotto casa, e attende il proprio turno. Anche se vengono prime le prenotazioni fatte via pec magari un mese prima.

  Nel frattempo, si consiglia caldamente di prenotare appuntamenti tramite i soliti canali, anche se si sa già che riuscirci è un’impresa. Le linee sono sempre intasate, e non aspettatevi di ricevere risposte rapide o efficienti. E mentre i cittadini si arrovellano tra vecchie ricevute e chiamate inutili, la TARI continua a salire, anno dopo anno. Le casse del Comune di Alghero non godono certo di ottima salute, e sembra che l’unica soluzione sia spremere ancora di più chi ha già pagato, magari cercando di recuperare quel che manca nelle tasche di chi invece sfugge sistematicamente alle sue responsabilità fiscali. In questo bizzarro gioco al rovescio, chi fa il proprio dovere è costretto a rifarlo, spendendo come minimo del tempo. Un sistema che premia la disorganizzazione e punisce la diligenza, dove il cittadino è vittima di un sistema che, più che proteggere, sembra voler mettere alla prova la sua pazienza. 

  Quindi, cari concittadini, la lezione è semplice: conservate ogni singola ricevuta, ogni foglio di carta che possa dimostrare che avete fatto il vostro dovere. Perché in questo mondo al contrario, anche ciò che è già stato fatto può essere contestato, e dimostrarlo vi costerà ancora di più se non in denaro in sopportazione, tempo e rabbia.