In un paese che ha già conosciuto la tragedia della Costa Concordia, il buon senso imporrebbe cautela e rispetto per la memoria di quel disastro. Eppure, in Sardegna, la realtà sembra voler sfidare ogni lezione del passato.
È il 18 agosto scorso. Una motonave, con 150 persone a bordo, si avventura nella Grotta dei Cormorani, a Baunei, Ogliastra.
La manovra è azzardata, al limite dell'assurdo. Ma ciò che più lascia attoniti è il commento che accompagna questa folle bravata. "Ora vi immaginate la faccia di Schettino?" si sente dal megafono, come se il disastro della Costa Concordia fosse un lontano episodio su cui ironizzare, anziché un monito sul valore della responsabilità.
Il video, inevitabilmente, finisce sui social. Lo vediamo, lo guardiamo più volte, increduli. E mentre le note dei "Pirati dei Caraibi" risuonano come colonna sonora dell'ennesima dimostrazione di superficialità, non possiamo che interrogarci su dove sia finito il senso del limite.
La Capitaneria di Porto di Olbia non tarda ad intervenire.
L'indagine è già in corso, e si parla di violazione dell'articolo 450 del codice penale: un reato che prevede fino a due anni di reclusione per chi, con la propria negligenza, mette in pericolo vite umane e navi. Ma qui, più che di norme, sembra si tratti di educazione civile. Di quel rispetto che dovremmo avere per il mare, per chi ci viaggia, e soprattutto per chi ha perso la vita a causa di imprudenze simili.
Chi ha deciso di eseguire questa manovra per strappare un sorriso ai turisti, evidentemente ha dimenticato, o forse mai compreso, il significato di parole come responsabilità e memoria. Le stesse parole che dovrebbero guidare chiunque prenda il mare, consapevole dei rischi e del valore delle vite affidate alla sua custodia.
Non si tratta solo di applicare la legge. Si tratta di ricordare a tutti che il mare, così come la vita, non tollera chi scherza con la sorte. Schettino è un nome che dovrebbe ricordarci cosa succede quando si varca la soglia dell'imprudenza. Eppure, sembra che per qualcuno, anche le tragedie più gravi siano destinate a diventare una battuta.
C'è da sperare che questa vicenda non si chiuda con un semplice ammonimento, ma che diventi un monito per tutti. Perché il mare, a differenza degli uomini, non perdona chi dimentica.
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