Oggi si celebra la memoria di Sant'Agostino. Vescovo e insigne dottore della Chiesa: convertito alla fede cattolica dopo una adolescenza inquieta nei princípi e nei costumi, fu battezzato a Milano da sant’Ambrogio e, tornato in patria, condusse con alcuni amici vita ascetica, dedita a Dio e allo studio delle Scritture. Eletto poi vescovo di Ippona in Africa, nell’odierna Algeria, fu per trentaquattro anni maestro del suo gregge, che istruì con sermoni e numerosi scritti, con i quali combatté anche strenuamente contro gli errori del suo tempo o espose con sapienza la retta fede.
La chiesa di Sant'Agostino si affaccia sulla via Bayle, nel quartiere storico della Marina di Cagliari.
L'edificio è una chiesa monumentale ed è uno dei rari esemplari di architettura ispirata ai canoni rinascimentali presenti in Sardegna.
Venne edificata intorno al 1577 in stile rinascimentale, nel quartiere della Marina. In origine la chiesa si trovava extra muros, nell'attuale Largo Carlo Felice dove tutt'ora esiste il coenaculum Augustinianum, accessibile dal Palazzo Accardo. Qui erano conservate, tra il 504 e il 722 d.C., le spoglie di Sant'Agostino, portate dall'Africa dal monaco Fulgenzio per sottrarle dalle razzie dei Vandali invasori.
A partire dal Cinquecento si decise di rinforzare i bastioni cittadini per volere di Filippo II di Spagna e venne costruita una nuova chiesa. Lo stesso sovrano finanziò la costruzione. La progettazione e la direzione dei lavori di edificazione del nuovo tempio, secondo i canoni dello stile classico preferito da Filippo II, vennero affidati ai fratelli architetti Jacopo e Giorgio Palearo Fratino, di origini ticinesi, che negli stessi anni erano impegnati a Cagliari nei lavori alle mura.
La chiesa, insieme al nuovo convento degli Eremitani, venne eretta tra il 1577 e il 1580 e arricchita successivamente da numerose opere d'arte.
Secondo il Martini, la chiesa fu edificata sulle strutture dell'ospedale di San Leonardo di Pisa e consacrata a San Leonardo.
Nella memoria storica dei cagliaritani rimane vivo il ricordo di Sant'Agostino vecchio, riferito alla chiesa scomparsa, e Sant'Agostino nuovo con riferimento alla nuova struttura.
L'edificio è a croce greca con volte a botte; nel punto di incontro dei quattro bracci si trova una cupola semisferica. Tra gli arredi interni spiccano diversi dipinti, un altare di legno dorato in stile barocco: in mezzo vi è un nicchione con il simulacro della Vergine d'Itria e ai due lati San Leonardo a sinistra e San Guglielmo d'Aquitania.
Il simulacro del Santo risalente al XVI sec. è attribuita allo scultore napoletano Aniello Stellato. La raffinata, lucente damaschinatura della veste è probabilmente dovuta al doratore napoletano Giuseppe De Rosa, collaboratore dello scultore.
Importanti scavi archeologici hanno riportato alla luce resti di costruzioni di epoca romana e altomedioevale.
Situato accanto alla chiesa di Sant'Agostino troviamo l'oratorio della Madonna d'Itria. Edificato nel XVII sec. fu oratorio dell'Arciconfraternita della Santissima Vergine sino al 1881. Si narra che l'oratorio venne eretto da schiavi cristiani liberati di ritorno dai loro paesi che trovarono riparo in città. Si stabilirono, quindi, vicino agli agostiniani e costruirono la chiesa dedicata alla Madonna Odigitria.
La struttura è a navata unica con volte a botte. La facciata è dotata di un grande portale con uno
stemma con il monogramma di Maria e una grande finestra a lunetta. Si narra di un evento prodigioso che avvenne durante la costruzione della chiesa, un falegname maldestro costruì una trave del tetto troppo corta e così venne in soccorso Sant'Agostino, il quale apparso miracolosamente invitò il falegname a prendere la trave ad un estremo, mentre lui lo teneva per l' altro, affinchè la stessa si allungasse.
Sant'Agostino è compatrono della Sardegna e la sua ricorrenza liturgica è fissata all'11 ottobre in memoria della traslazione delle relique in Sardegna.
La sua memoria è fissata al 28 Agosto289, giorno della sua morte. In questa giornata la statua viene portata in processione lungo le strade del quartiere.
![]()