La pastorizia, uno dei mestieri più antichi e radicati nella cultura sarda, si prepara a un nuovo capitolo con il lancio della seconda edizione della Scuola Sarda di Pastorizia. Questo progetto, nato dall’iniziativa del GAL Anglona Coros e finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, è destinato a formare una nuova generazione di pastori e a contrastare lo spopolamento delle aree interne dell’isola.
La scuola è un esempio concreto di come tradizione e innovazione possano convergere per sostenere e rilanciare l’economia rurale della Sardegna. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con esperti di alto livello, tra cui le agenzie regionali AGRIS e LAORE, docenti universitari di Sassari, Torino e Molise, e ricercatori di istituti come il CNR e il CREA. La missione della Scuola è chiara: fornire ai pastori le competenze necessarie per mantenere viva la loro attività e per far prosperare le comunità rurali, evitando che queste si spopolino.
La prima edizione della Scuola Sarda di Pastorizia ha riscosso un successo tale da diventare un modello a livello nazionale, tanto da essere rifinanziata dalla Regione Sardegna. Un risultato significativo è stata l’introduzione della qualifica di pastore nel Repertorio Regionale dei Profili di Qualificazione (RRPQ), che ha stabilito uno standard nazionale per questo ruolo fondamentale.
La seconda edizione, che si aprirà nell'autunno del 2024, amplia il suo raggio d’azione a tutto il territorio regionale, offrendo una formazione intensiva di 24 ore di teoria e 96 ore di esperienza pratica. Le attività si svolgeranno all’interno di aziende virtuose e innovative, selezionate per offrire ai partecipanti una visione concreta e avanzata della pastorizia moderna.
Le iscrizioni sono già aperte sul sito del GAL Anglona Coros, e c’è tempo fino al 27 settembre per candidarsi.
Il percorso formativo è rivolto esclusivamente agli allevatori o ai loro collaboratori maggiorenni, con un focus particolare su chi mostra una forte motivazione a intraprendere percorsi imprenditoriali innovativi. Il presidente del Comitato scientifico della Scuola, Pier Paolo Roggero, sottolinea l’importanza di questa formazione in un contesto di trasformazioni globali: “Le grandi sfide legate al cambiamento climatico e alla cultura urbana dominante richiedono pastori con un elevato livello di professionalità per garantire la sostenibilità delle imprese pastorali.”
La Scuola Sarda di Pastorizia non è solo un’opportunità educativa, ma un vero e proprio strumento di rilancio per le aree rurali della Sardegna. Secondo Simone Campus, direttore del GAL Anglona Coros, “Formarsi costa fatica, ma è una scelta coraggiosa e necessaria per chi vuole investire nel proprio futuro e nel futuro della propria comunità.” La scuola punta a creare una rete di sostegno e a rafforzare il tessuto economico e sociale delle aree interne, fornendo ai giovani allevatori gli strumenti necessari per trasformare la loro passione in un’attività sostenibile e redditizia.
L’iniziativa mira non solo a preservare una tradizione millenaria, ma anche a modernizzarla, rendendo la pastorizia un settore competitivo e in linea con le esigenze contemporanee.
La Scuola si propone di diventare un pilastro del ripopolamento rurale, offrendo ai giovani l’opportunità di rimanere nelle proprie terre d’origine e di far fiorire le comunità locali.
Il successo della prima edizione ha già dato i suoi frutti. Tra i partecipanti del 2023 ci sono persone con storie diverse ma unite dalla passione per la pastorizia: giovani che hanno ereditato il mestiere di famiglia, laureati che supportano i propri compagni nell’attività amministrativa, e chi, dopo anni all’estero, ha riscoperto l’amore per il gregge di casa, rilanciando un’attività economica morente.
“La Scuola di Pastorizia è molto più di un semplice corso di formazione; è un’occasione imperdibile per rilanciare lo sviluppo sostenibile delle nostre aree interne,” afferma con orgoglio Antonio Sau, Presidente del GAL e sindaco di Ittiri. Il progetto rappresenta un segnale forte di come, anche in un’epoca di globalizzazione e urbanizzazione, le radici e le tradizioni possano non solo sopravvivere, ma prosperare, creando un futuro migliore per le nuove generazioni di pastori sardi.