Il colore sospetto dei lecci del Monte Ortobene: Colpa di parassiti e siccità

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  Un male oscuro sta colpendo le foreste dell’Isola, anche in Ogliastra e Baronia, la preoccupazione del comitato: «Non vogliamo che questo patrimonio naturalistico venga distrutto». Un fenomeno inquietante sta affliggendo le foreste di lecci del Monte Ortobene, a Nuoro. Un tempo rigogliose e verdi, queste piante simbolo della Sardegna stanno ora assumendo una tonalità preoccupante, un marrone-arancio che suggerisce la presenza di un male misterioso. Questo cambiamento cromatico, evidente soprattutto negli ultimi mesi, ha messo in allarme le comunità locali e i comitati di protezione ambientale. Antonio Costa, presidente del comitato Monte Ortobene, ha espresso la crescente preoccupazione dei cittadini: «Siamo molto preoccupati, non vogliamo che questo patrimonio naturalistico venga distrutto». Il timore è che ciò che sta accadendo al Monte Ortobene possa segnare l'inizio di un deterioramento irreversibile delle foreste sarde, già messe a dura prova negli ultimi anni. Il fenomeno che ora colpisce i lecci del Monte Ortobene non è un caso isolato. Già nel Sarrabus, in Ogliastra e in Barbagia, le foreste hanno mostrato segni simili di declino, con ettari di boschi che passano dal verde rigoglioso a un cupo marrone-arancione. A preoccupare è soprattutto la rapidità con cui questo "male oscuro" si sta diffondendo, colpendo vaste aree in modo inedito. 

  Il comando del Corpo forestale e di vigilanza ambientale di Nuoro, avvertito della situazione, ha prontamente coinvolto l'Università di Sassari. Bruno Scanu, docente e ricercatore presso l'ateneo, è tra i primi a studiare il fenomeno: «Quella del Monte Ortobene sembrerebbe una situazione analoga a quella riscontrata in altre aree della Sardegna. È un fenomeno che non ha precedenti in Sardegna e in altre Regioni del Mediterraneo, sia per estensione che per intensità». Scanu ha spiegato che i sintomi osservati sui lecci sono simili a quelli della sindrome del deperimento delle querce, una condizione complessa causata da una combinazione di fattori biotici, come parassiti e funghi, e abiotici, come il cambiamento climatico. «In diversi casi abbiamo isolato dei microrganismi che causano malattie nelle piante, tra cui specie del genere Phytophthora, che attaccano le radici delle piante e le rendono meno tolleranti agli stress idrici». L'assenza di precipitazioni e le temperature elevate, sempre più comuni negli ultimi anni, hanno ulteriormente indebolito queste piante, rendendole più vulnerabili agli attacchi dei parassiti. La situazione, dunque, non è solo allarmante, ma richiede interventi immediati e coordinati per proteggere questi boschi, che rappresentano non solo un patrimonio naturale ma anche un'identità culturale per l'Isola. La comunità locale, preoccupata per il futuro dei suoi boschi, guarda ora alle autorità e agli esperti per trovare una soluzione a questa emergenza. La speranza è che si possa intervenire in tempo per salvare questi lecci storici, simbolo di una terra che da sempre convive con la natura, ma che ora rischia di perdere una delle sue risorse più preziose.