Giuseppe Russo, 30 anni, è morto dopo un mese di sofferenze. Il 13 luglio scorso, mentre lavorava per l'azienda che lo impiegava a Collepasso, in provincia di Lecce, è stato morso da un ragno violino alla gamba destra. Ha pensato fosse una semplice puntura di zanzara, ma non era così.
Giuseppe ha cominciato a sentire dolori forti, sempre più intensi. Col passare dei giorni, la situazione è peggiorata: sulla gamba si è formato un ascesso che ha portato alla necrosi dell’arto. In ospedale hanno fatto di tutto per salvarlo, ma il danno era ormai troppo esteso. Dopo un mese di ricovero nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari, Giuseppe è morto per shock settico e insufficienza multi organo.
Il caso di Giuseppe è tragico e paradossale. Un ragazzo giovane, sano, che muore per il morso di un ragno. Una vita spezzata da qualcosa che all'inizio sembrava insignificante. E ora ci si chiede: quante persone conoscono davvero i rischi legati al morso del ragno violino? Non molte, probabilmente. E forse, se ci fosse stata più informazione, Giuseppe oggi sarebbe ancora vivo.
La sua morte ci ricorda che non dobbiamo mai sottovalutare i segnali del nostro corpo. Un morso, una puntura, un dolore che non passa: possono sembrare cose da nulla, ma a volte nascondono pericoli gravi. È una lezione dura, che Giuseppe ha pagato con la vita.
La sua famiglia ora chiede che la gente sia informata, che si parli di più dei rischi legati a questi incidenti. Perché nessun altro debba soffrire quello che Giuseppe ha sofferto. Una tragedia che, forse, si poteva evitare.
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