Ogni estate la Sardegna si trova a dover fare i conti con orde di turisti che, anziché rispettare la bellezza incontaminata dell'isola, si comportano come se fossero i padroni del mondo. È un fenomeno che non possiamo più tollerare: il turismo 'cafonissimo' che devasta le coste della nostra isola, trasformando paradisi naturali in parchi giochi per maleducati e sconsiderati. A fare le spese di questa inciviltà sono i nostri ecosistemi, che vedono minacciata la loro stessa sopravvivenza.
La Sardegna, in particolare la costa nord-orientale, è presa d'assalto da una nuova generazione di vacanzieri che sembrano aver dimenticato le regole del buon senso e del rispetto per l'ambiente. Questi signori organizzano feste private su spiagge protette, scorrazzano con moto d'acqua nelle aree più delicate e si comportano come se i divieti fossero un suggerimento facoltativo e non un obbligo.
Ma finalmente qualcuno ha deciso di dire basta.
L'Area marina protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo ha lanciato un appello urgente ai turisti e ai diportisti che stanno affollando le acque attorno all'isola di Tavolara. L'obiettivo è chiaro: mettere un freno a questo turismo sconsiderato e salvaguardare una delle perle del nostro territorio. Si tratta di un passo necessario, perché la situazione è ormai fuori controllo.
Il vademecum lanciato dall'Amp è di una chiarezza disarmante: bisogna tornare a comportarsi da esseri civili. Le imbarcazioni devono essere condotte a velocità contenuta, per garantire la sicurezza di chi è in acqua e, non meno importante, per proteggere la fauna marina che in questi luoghi trova il suo habitat naturale. Non stiamo parlando di chissà quali sacrifici: rispettare le regole di navigazione e utilizzare una boa di segnalazione durante le attività subacquee sono gesti semplici, ma fondamentali per evitare tragedie e per tutelare l’ambiente.
Ormeggiare su praterie di Posidonia? Proibito, e con buone ragioni.
Queste praterie non sono solo un elemento decorativo del fondale, ma una componente vitale per l'ecosistema marino. Raggiungere le spiagge direttamente con le barche? No, grazie. Esistono corridoi di lancio appositamente predisposti che permettono di approdare senza distruggere ciò che di più prezioso abbiamo.
E non ci dimentichiamo della pesca subacquea, vietata nelle zone più protette. La musica ad alto volume? È bandita, perché disturba non solo chi cerca un po’ di pace, ma soprattutto la fauna marina che ha il diritto di vivere indisturbata.
È triste, ma necessario, dover ribadire concetti così elementari. La Sardegna non è solo una cartolina, è un patrimonio da difendere. Ogni turista che calpesta queste terre dovrebbe farlo con la consapevolezza di essere ospite di un luogo sacro. Purtroppo, la realtà ci racconta un’altra storia, fatta di eccessi, di arroganza e di ignoranza. Ma ora, finalmente, c’è qualcuno che ha preso in mano la situazione, e non possiamo che sperare che queste regole vengano rispettate e fatte rispettare con il rigore che meritano.
La battaglia contro il turismo 'cafone' è appena iniziata, e sarà lunga. Ma è una battaglia che dobbiamo combattere, perché in gioco c’è il futuro della Sardegna e la dignità del nostro Paese. Non possiamo più permetterci di essere spettatori passivi di questo scempio. È ora di agire, è ora di tornare a rispettare la nostra terra. E se per farlo dovremo essere severi, ben venga. Perché la bellezza, quella vera, merita di essere protetta con ogni mezzo.
![]()