Allarme rosso in Sardegna. Non è un'esagerazione giornalistica, ma la cruda realtà di un’isola che sta affrontando una delle crisi idriche più gravi degli ultimi anni. Il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale ha già iniziato a inviare avvisi ai consorziati: chi ha superato i quantitativi d’acqua assegnati dovrà prepararsi a fare i conti con il distacco dell’utenza irrigua. Non ci sono più margini di manovra. L’acqua è finita.
"Stiamo cercando di ridurre al minimo i disagi per gli agricoltori", assicura il presidente del Consorzio, Efisio Perra. Ma le sue parole, per quanto rassicuranti, non possono nascondere la gravità della situazione. Si cerca di accompagnare gli agricoltori verso la conclusione dei cicli colturali, ma la consapevolezza è chiara: l’acqua non è infinita. E chi non ha rispettato i limiti imposti deve affrontare le conseguenze.
Non è solo una questione di restrizioni attuali. La crisi idrica che sta investendo il sud dell’isola ha radici più profonde. Quest'anno, la superficie irrigata è stata ridotta del 30% rispetto ai livelli standard.
Una necessità, non una scelta. E nel Comprensorio del Cixerri, la situazione è ancora più critica: si è iniziato l’anno con solo la metà dell’acqua rispetto al 2022, un anno che già aveva visto una riduzione del 30% rispetto ai periodi precedenti.
L’emergenza non è solo una questione agricola. È il segnale di una crisi più ampia, che tocca ogni aspetto della vita sull’isola. Ogni goccia conta, ogni litro risparmiato può fare la differenza. La stagione irrigua, ci rassicura Perra, non è in pericolo, almeno per ora. C’è abbastanza acqua per completare i cicli produttivi, ma solo grazie a uno sforzo organizzativo senza precedenti da parte del Consorzio e degli agricoltori.
Ma cosa succederà l'anno prossimo? Cosa accadrà se le piogge saranno ancora scarse? La crisi idrica non è un problema del futuro, è un problema del presente. E la Sardegna, con il suo clima già duro e la sua economia fortemente legata all’agricoltura, è in prima linea in questa battaglia.
La realtà è che non possiamo più permetterci di sprecare risorse. L’acqua, bene prezioso e insostituibile, è diventata l’oro blu di cui non possiamo fare a meno. E mentre ci prepariamo ad affrontare un futuro sempre più incerto, è chiaro che la gestione delle risorse idriche dovrà diventare una priorità assoluta, non solo per la Sardegna, ma per tutto il Paese.
La sfida è enorme, ma non c’è più tempo da perdere. O impariamo a gestire l’acqua con responsabilità e lungimiranza, o rischiamo di pagare un prezzo molto alto. La Sardegna l’ha già capito, e ora tocca a tutti noi fare la nostra parte.