Selargius: regolamento di conti finisce in sangue, arrestato per tentato omicidio

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  Selargius è stata teatro di una notte di violenza che ha riportato a galla vecchi rancori e un modus operandi da far west. Francesco Davide Piras, 34 anni, un volto già noto alle forze dell'ordine, è finito in manette con l'accusa di tentato omicidio, dopo aver accoltellato un uomo di 42 anni al culmine di una lite degenerata in tragedia. La dinamica dei fatti è semplice e brutale, come spesso accade quando la rabbia e l'odio si mescolano in un cocktail micidiale. Tutto ha inizio con una vecchia ruggine tra Piras e il figlio della vittima, un giovane che lavora in un locale del paese. Ieri notte, Piras decide di "regolare i conti", e si presenta al locale armato di una mazza da baseball. La sua missione: colpire e fuggire. 

  E ci riesce, nonostante i tentativi dei proprietari di fermarlo. Ma la storia non finisce qui. Anzi, è solo l'inizio. Il giovane aggredito non è disposto a lasciar correre l'affronto subito e, insieme a suo padre e a un altro uomo non ancora identificato, decide di portare la questione a casa dell'aggressore. Una sfida che ha il sapore della vendetta. Arrivati davanti all'abitazione di Piras, riescono a convincerlo a scendere in strada. Forse, pensavano di risolverla con un confronto diretto, ma il destino aveva in serbo un epilogo ben più drammatico. La lite esplode immediatamente in violenza pura. Parole di fuoco e minacce lasciano presto il posto ai colpi. È allora che Piras, con una rapidità che tradisce l’abitudine alla violenza, estrae un coltello e colpisce il 42enne cinque volte, con precisione letale. Un fendente perfora il polmone, un altro si avvicina pericolosamente al cuore. Una furia omicida scatenata in pochi, interminabili istanti. Mentre Piras fugge ancora una volta, il figlio della vittima si precipita in soccorso del padre, portandolo al Pronto soccorso del Policlinico di Monserrato. Le condizioni dell’uomo sono critiche, e i medici non esitano a chiamare i carabinieri, sapendo che un tale crimine non può rimanere impunito.

  Le forze dell'ordine, coordinate dal maggiore Michele Cerri della Compagnia di Quartu, seguono la scia di sangue fino alla casa di Piras, dove lo arrestano senza che opponga resistenza. Forse consapevole, almeno in quel momento, di essere arrivato al capolinea di una spirale di violenza che non poteva condurre ad altro che alla distruzione. Ora, Piras è dietro le sbarre, mentre l'uomo che ha ferito lotta tra la vita e la morte, sotto l'occhio vigile dei medici. Ma la vera domanda è: quanto è profonda la ferita lasciata in una comunità che, ancora una volta, deve fare i conti con un crimine tanto assurdo quanto evitabile? Il caso di Selargius è l'ennesima dimostrazione che la violenza genera solo altra violenza, in un ciclo vizioso che non conosce né vincitori né vinti, ma solo vittime. E in questa storia, le vittime sono molte di più di quanto si possa immaginare.