Tragedia a Portoscuso: Muore per un malore durante una battuta di pesca in apnea

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  Era una mattina come tante altre nella tranquilla Baia degli Spagnoli, a Portoscuso. Le onde cullavano dolcemente la costa, i gabbiani volteggiavano nel cielo azzurro, e alcuni bagnanti si godevano il sole estivo. Tra di loro, un uomo di 74 anni, originario di Carbonia, si preparava per una battuta di pesca subacquea in apnea, un’attività che per lui rappresentava una passione irrinunciabile. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia Costiera, il pensionato, esperto subacqueo, si è immerso con la sua muta e la boa di segnalazione, come aveva fatto innumerevoli volte prima. Tuttavia, questa volta non è più riemerso. I bagnanti, preoccupati, hanno dato immediatamente l’allarme, innescando la macchina dei soccorsi con la rapidità e l’efficienza di un meccanismo ben oliato. Il corpo dell’uomo è stato rinvenuto a circa tre metri di profondità, immobile come una statua sommersa, vestito della sua muta che ora sembrava un’armatura tragicamente inutile.

  Quando è stato riportato in superficie e adagiato sulla vicina scogliera, era già privo di sensi. I medici del 118, giunti sul posto con la velocità del vento, hanno tentato disperatamente di rianimarlo. Ma per il 74enne non c’è stato nulla da fare. La sua ultima battuta di pesca si era trasformata in una tragica ultima immersione. Le prime ipotesi parlano di un malore improvviso. Forse il cuore, tradito dall’età e dallo sforzo, ha deciso di fermarsi proprio mentre l’uomo era immerso nel suo elemento preferito, il mare. Un’ironica, crudele beffa del destino che ha scelto di strapparlo alla vita nel momento in cui si sentiva più vivo. La comunità di Carbonia, dove l’uomo era ben conosciuto e stimato, è stata scossa dalla notizia. Un’altra vittima del mare, quel mare che tanto dà ma che, a volte, senza preavviso, prende. La sua passione per la pesca subacquea rimarrà un ricordo indelebile per chi lo conosceva, una passione che alla fine gli è costata la vita. Un’ultima immersione in apnea, un ultimo respiro trattenuto, e poi il silenzio delle profondità. Così si chiude un’altra storia umana, semplice e drammatica, sullo sfondo dell’azzurro infinito del mare di Sardegna.