Sono assolutamente fuori luogo i toni trionfalistici del Consigliere Comunale Michele Pais riguardo alla situazione dell'Ospedale Marino. La realtà, purtroppo, racconta una storia ben diversa: quella di una struttura sanitaria in stato precario e deficitaria. Anni di gestione navigata a vista, interventi tampone e una drammatica assenza di azioni strutturali hanno caratterizzato l'ospedale, con parole tante e fatti pochi.
L'apertura di una sola sala operatoria su tre, con un ritardo che definire vergognoso è eufemistico, mette in evidenza l'inefficienza amministrativa. Le altre due sale operatorie? I lavori per metterle in sicurezza non sono nemmeno iniziati. Questa gestione improvvisata si appoggia su medici a prestazione aggiuntiva e liberi professionisti pagati a gettone, soluzioni temporanee che non possono essere considerate programmatiche. È mancata una visione di lungo termine e si sono privilegiate azioni propagandistiche.
La tanto declamata robotica è rimasta solo un'illusione sulla carta, così come il reparto di traumatologia dello sport e le tecniche ortopediche innovative. La riabilitazione? Non ci sono abbastanza medici per coprire i turni, e la sua ubicazione al secondo piano del Marino rappresenta un serio problema per le persone con disabilità.
Perché allora, invece di propaganda fine a sé stessa, non ragioniamo sulle prospettive con serietà? Serve un progetto condiviso che guardi all'immediato e al futuro dell'assistenza ospedaliera nei due presidi cittadini. È essenziale risolvere la carenza strutturale di medici, che avremmo sperato arrivassero in numero adeguato dall'AOU, oltre agli specializzandi. È necessario affrontare con equilibrio le disfunzioni organizzative e le problematiche logistiche e strutturali.
La salute dei cittadini non può essere trattata come una questione di tifoseria. Occorre un impegno reale, concreto, lontano dai riflettori della propaganda, per garantire un servizio sanitario degno di questo nome. La Segreteria PD Alghero lancia un appello affinché si abbandonino le parole vuote e si intraprendano azioni decisive e strutturali per il bene della comunità.