La Sardegna brucia. Non solo sotto il sole rovente dell'estate, ma anche per mano di criminali che trasformano il paesaggio in un inferno di fiamme. Bonorva, una località che dovrebbe essere un rifugio di pace e bellezza, è stata teatro di un atto criminale che mette in ginocchio la nostra terra.
Un allevatore di 58 anni, proveniente da Burgos, è stato colto sul fatto dai carabinieri mentre, con un fazzoletto incendiato in mano, tentava di dare fuoco a un'area boschiva lungo la s.p. 43, in località Belvedere. Non è un semplice fatto di cronaca nera; è il simbolo di una Sardegna martoriata da chi, per ignoranza o malvagità, decide di distruggere ciò che ci appartiene tutti.
Il piromane, sorpreso da un carabiniere fuori servizio, ha gettato il fazzoletto sull'asfalto. Un gesto che ha evitato il peggio, ma che non cancella l'intento criminale. Grazie all'intervento tempestivo delle Stazioni di Torralba e Mores, l'uomo è stato arrestato in flagranza di reato per tentato incendio boschivo e ora si trova agli arresti domiciliari in attesa del processo.
Questo episodio ci costringe a riflettere su quanto poco valore diamo alla nostra terra, quanto facilmente alcuni di noi sono pronti a distruggere il patrimonio naturale per motivi che sfuggono alla comprensione umana.
Ogni albero bruciato, ogni animale ucciso dalle fiamme, è una perdita irreparabile per la nostra cultura, la nostra storia, il nostro futuro.
Non possiamo rimanere indifferenti. La lotta contro i piromani deve diventare una priorità assoluta. Non è solo una questione di sicurezza, è una questione di identità, di rispetto per la nostra terra e per le generazioni future.
Se vogliamo davvero proteggere la Sardegna, dobbiamo agire ora, con decisione e senza pietà per chi la devasta. È il momento di dire basta e di fare giustizia per una terra che merita di essere amata e protetta, non distrutta.