Eolico in Sardegna: Tra innovazione e devastazione paesaggistica

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  Le braccia d'acciaio delle gru eoliche hanno iniziato a stagliarsi sull'orizzonte del Monte Linas, simbolo indiscusso dello skyline di Villacidro, segnando l'inizio di una trasformazione che cambierà per sempre il paesaggio dei monti sardi. Questa invasione tecnologica è al centro di un acceso dibattito sull'impatto ambientale e paesaggistico delle nuove installazioni eoliche. L'area di Villacidro, San Gavino e Uta è stata scelta per la sua esposizione costante ai venti, rendendola ideale per la produzione di energia eolica.

  Il progetto prevede l'installazione di un parco eolico con una potenza complessiva di 30 MW. Tuttavia, le critiche non sono mancate, e molti temono che queste infrastrutture possano causare danni irreversibili al paesaggio e all'ecosistema locale? (Mountain Wilderness). Le comunità locali, sostenute da vari comitati e associazioni ambientaliste, hanno espresso forte opposizione a questi progetti. Recentemente, sono state organizzate proteste a Nuoro e Sanluri per chiedere modifiche alla proposta di legge che mira a regolare l'installazione di impianti eolici. I critici sostengono che la proposta arriva troppo tardi e non è sufficiente a proteggere l'isola dalla speculazione energetica. "La politica può fare la sua parte e fermare l'invasione," è l'appello lanciato da “Su Entu nostu”. Secondo un dossier monitorato da Palazzo Chigi, ci sono attualmente 294 progetti eolici in attesa di approvazione in Sardegna, una cifra che rappresenta il 20% del totale nazionale. Questi progetti minacciano di devastare crinali e campi agricoli, con implicazioni significative per il paesaggio e l'agricoltura dell'isola. 

  Molti di questi progetti sono stati presentati durante il periodo 2022-23 e sono stati accelerati grazie al Decreto Semplificazioni del Governo Draghi. Salvatore Settis, uno dei principali critici del progetto, ha sottolineato l'importanza di proteggere il paesaggio italiano, che ha un valore intrinseco non solo per la sua bellezza, ma anche per il benessere della società. Settis argomenta che la crescita tecnologica non dovrebbe avvenire a scapito del patrimonio storico e naturale del paese. Questo sentimento è condiviso da molti cittadini e associazioni che continuano a lottare contro l'espansione indiscriminata degli impianti eolici. La Sardegna si trova ora a un bivio: da un lato, la necessità di sviluppare energie rinnovabili per un futuro sostenibile; dall'altro, la protezione di un paesaggio unico e prezioso. Mentre le turbine eoliche si moltiplicano, la voce delle comunità locali e degli ambientalisti diventa sempre più forte, chiedendo un equilibrio tra innovazione e conservazione. L'isola ha davanti a sé una sfida complessa: trovare un modo per integrare le nuove tecnologie nel rispetto del suo patrimonio naturale e culturale. Il futuro del paesaggio sardo dipende dalle decisioni che verranno prese nei prossimi mesi.