La situazione sanitaria in Sardegna è ormai insostenibile, caratterizzata da una serie di problemi cronici che mettono a dura prova la popolazione. La carenza di personale medico e infermieristico è uno dei fattori più critici. Con soli 4,82 infermieri ogni mille abitanti, la Sardegna si trova ben al di sotto della media nazionale di 5,06, un dato che riflette un sistema incapace di rispondere adeguatamente alle esigenze della sua popolazione. La situazione è particolarmente grave nei poli ospedalieri come quello di Nuoro, dove sono presenti solo 7 medici su 18 necessari, portando a ritardi nelle cure e chiusure di reparti.
La crisi è amplificata dalla fuga dei pazienti verso altre regioni italiane per ricevere cure adeguate. Tra il 2010 e il 2021, la mobilità sanitaria ha causato un deficit finanziario di quasi 865 milioni di euro, dimostrando una sfiducia crescente verso il sistema sanitario locale. Questo esodo rappresenta un ulteriore indicatore della profonda crisi che affligge la sanità sarda.
L’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, ha cercato di attuare riforme significative, come l’azzeramento dei vertici delle ASL e la loro sostituzione con commissari temporanei scelti dall’albo nazionale dei direttori generali. L’obiettivo di queste misure è chiaro: depoliticizzare la gestione sanitaria e garantire una gestione più tecnica e professionale. Tuttavia, queste mosse hanno incontrato una forte resistenza politica, con i partiti della coalizione di governo che vedono minacciato il loro controllo sul settore sanitario. Nonostante le difficoltà, Bartolazzi ha dichiarato che la priorità è dare risposte concrete ai cittadini, un compito arduo data l’enorme mole di danni accumulati nel tempo.
Nonostante le numerose critiche e polemiche, l'assessore Armando Bartolazzi sarà presente all'udienza odierna della commissione Sanità per discutere lo stato del sistema sanitario regionale.
Bartolazzi ha dichiarato che il riordino della sanità sarda richiederà tempo e impegno, ma ha assicurato che il suo team sta lavorando duramente per affrontare le priorità e dare risposte ai cittadini.
Sul campo, la realtà è ancora più cruda. Medici e infermieri sono costretti a lavorare in condizioni estremamente difficili, con turni massacranti e risorse limitate. Nei reparti di pronto soccorso, le attese possono durare ore, e i pazienti spesso devono essere trasferiti in altre regioni per interventi specialistici. Le organizzazioni sindacali denunciano da anni la mancanza di risposte concrete alle loro richieste di potenziamento del personale e miglioramento delle condizioni lavorative.
La sanità in Sardegna necessita di interventi urgenti e mirati, che vadano oltre le semplici dichiarazioni di intenti. È indispensabile che le autorità locali e nazionali collaborino per risolvere una crisi che sta mettendo a dura prova la salute e il benessere di un'intera regione. La situazione richiede una riforma strutturale e una gestione più trasparente e tecnica, slegata dalle influenze politiche, per poter garantire ai cittadini sardi un servizio sanitario degno di questo nome.