Le carceri, una polveriera: Incendio nella notte ad Oristano

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  Le carceri italiane, un tempo ritenute istituti di rieducazione e sicurezza, stanno sempre più diventando delle polveriere pronte a esplodere. Il caso più recente che conferma questa triste realtà è accaduto in Sardegna, nel carcere di Oristano, dove due detenuti hanno dato fuoco ai materassi e alle lenzuola nelle loro celle, mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri. È accaduto durante la notte, quando l'oscurità amplifica ogni timore e l'allarme ha squarciato il silenzio. Due detenuti, in un gesto di disperazione o forse di protesta, hanno innescato un incendio che poteva trasformarsi in una tragedia. Solo l’intervento tempestivo degli agenti della polizia penitenziaria ha evitato il peggio, salvando i detenuti e contenendo i danni. Un’azione eroica, sottolineata dal segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna, Michele Cireddu. 

  "Commentiamo un episodio che poteva finire in tragedia - sottolinea Cireddu - Se gli agenti non avessero agito con tempestività mettendo a rischio la propria vita, l'epilogo sarebbe stato certamente diverso. La Polizia Penitenziaria ha rischiato la propria incolumità per salvare i detenuti da un incendio, ma incredibilmente non può contare nell'immediatezza sull'area sanitaria perché i medici in istituto non ci sono più, pare si siano dimessi in massa e non è garantita la loro presenza nelle 24 ore". Le parole del sindacalista mettono in luce una situazione ormai insostenibile. I detenuti, in condizioni già difficili, si trovano privi di un’assistenza sanitaria continua e adeguata. "Il sindacato aveva chiesto l'intervento dell'assessore alla Sanità Armando Bartolazzi, del provveditore Antonio Galati, dei vertici del Dipartimento ma ancora, a distanza di mesi, la situazione rimane invariata", continua Cireddu. È un quadro desolante quello dipinto dalle parole del segretario.

  Le carceri, da luoghi di riabilitazione, si sono trasformate in trappole dove la tensione è palpabile, dove la mancanza di risorse e personale adeguato mette a rischio la sicurezza di tutti. L'incidente di Oristano è solo l'ultimo di una serie di episodi che dovrebbero far riflettere chi ha il potere di cambiare le cose. Ciò che emerge chiaramente è l’urgenza di una riforma radicale del sistema carcerario italiano. Le autorità competenti non possono continuare a ignorare gli appelli che arrivano dai sindacati e dagli operatori del settore. È necessario un intervento immediato per garantire non solo la sicurezza, ma anche la dignità e i diritti fondamentali dei detenuti e del personale penitenziario. La Sardegna, con il caso di Oristano, diventa il simbolo di un malessere che attraversa l’intero sistema penitenziario nazionale. La speranza è che questo ennesimo campanello d’allarme non rimanga inascoltato, e che le istituzioni si assumano finalmente la responsabilità di intervenire con decisione e tempestività.