Sul caso Massidda, bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato e rispedito a casa dopo aver ricoperto il ruolo di Port Authority di Cagliari, abbiamo sentito Fedele Sanciu: “Non do giudizi sulla sentenza, dico solo che Massidda è stato molto apprezzato per il lavoro svolto, non solo in ambito locale ma anche a livello internazionale.
La nomina di Sanciu a commissario dell’autorità portuale di Olbia ha scatenato polemiche, alcune trasformate in invettive, a proposito dei suoli titoli e della sua preparazione. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Lo ha sentito dopo la sentenza?
“Si, l’ho chiamato per esprimergli la mia solidarietà”.
Qual era il suo stato d’animo?
“Mi è apparso reattivo anche se ovviamente dispiaciuto”.
Perché il terzo grado di giudizio gli ha dato torto?
“Beh, è evidente che Massidda è finito dentro uno scontro tra baronati universitari e politica. Non dimentichiamoci che il ricorrente è un docente universitario”.
Sanciu, si rende conto che nel momento in cui il Consiglio di Stato si è pronunciato, in molti hanno pensato che la stessa sorte toccherà anche a lei?
“Guardi, io ho un percorso diverso rispetto a Piergiorgio e il mio curriculum è assolutamente trasparente”.
Ma lei non è laureato.
“La legge non chiede titolo di studio. l’art. 8 domanda comprovata esperienza. Ho alle spalle gestioni di bilanci, di appalti, risorse umane ecc. Sono stato presidente del Consorzio di Bonifica, di Promocamera e della Provincia Olbia-Tempio. Come consigliere regionale sono stato nominato da subito anche vice presidente della Commissione Trasporti. Ribadisco, non è richiesto titolo di studio ma esperienza. Consideri, come esempio che l’autorità portuale di Genova, tra i più importante poli marittimo d’Europa, ha un presidente non laureato e mi pare se la cavi bene.”
Non si è mai pentito di non aver studiato?
“Senta, non sono solito parlare della mia vita privata ma a questo punto una cosa la voglio dire.
Nella mia stretta parentela può trovare medici, docenti, dirigenti scolastici ma un ramo di questa, la mia famiglia, ha fatto una scelta a fine anni “60. Mio padre ha pensato che il territorio dove siamo nati non avrebbe potuto assicurare il sostentamento alla famiglia e ha deciso di trasferirsi in una zona all’epoca più produttiva: Il Comune di Olbia. Tutti insieme abbiamo messo su uno stazzo. Non c’era tempo di studiare, occorreva stringersi attorno alla famiglia e lavorare per tirare avanti. Per questo motivo nessuno di noi ha potuto studiare ma proprio per questo ho lottato tanto nella vita ottenendo risultati importanti fin da subito. Pensi che a 19 anni dirigevo oltre 80 persone in qualità di responsabile del personale di una grossa azienda locale”.
Il Ministro sceglierà lei dopo il periodo di commissariamento?
Non posso saperlo. Il mio curriculum non cambia e la mia scuola di vita parla a prescindere a tutto, ma le assicuro che ho una gran voglia di dimostrargli che scegliendomi come commissario non si è sbagliato. Le polemiche, molte gratuite e frutto di evidenti invidie stanno a zero, sono certo la gente apprezzerà il mio lavoro.
di Mauro Orrù
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