Paolo Piro: "Lascio il sistema portuale in crescita". Convoca i media per un bilancio della sua gestione della Port Authority

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   Paolo Piro saluta e si ritira in pace ma prima di tuffarsi sella sua vigna in vista della imminente vendemmia, convoca i giornalisti per tracciare un bilancio del suo governo alla Port Authority. Intanto c’è chi vorrebbe candidarlo sindaco alle prossime elezioni comunali. Ovviamente, lui non vuole neanche sentirne parlare e dribla le domane sul suo futuro. Non risponde neanche alle provocazioni dei giornalisti che gli chiedono se ci è rimasto male per essere l’unico presidente in italia a non “trasformato” in commissario alla scadenza del mandato. “Il mio percorso era terminato e basta, mi auguro invece che il commissariamento duri il meno possibile. L’ente ha bisogno di programmazione a lungo termine”. Da solo, nell’immenso tavolo della sala conferenze del Museo Archeologico, elenca disordinatamente - come ha detto - alcuni goals messi a segno durante i due mandati alla plancia di comando dell’ente dell’Isola Bianca.

  L’autorità portuale gira una cosa come 50 milioni di euro l’anno, 30 dei quali provengono da entrate dirette e il resto da iniezioni statali con fondi dal Ministero dei Trasporti. “E’ stata una esperienza che mi reso felice e che mi ha gratificato - dice dopo il lungo elenco di ringraziamenti da Lunardi a GIovannelli -. Abbiamo fatto cose importanti, tra le quali creare le condizioni per aumentare in maniera esponenziale la presenza delle navi da crociera. Tra Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres, siamo cresciuti sensibilmente, malgrado l’invecchiamento dei porti. Soprattutto nello scalo dell’Isola Bianca dove i fondali hanno necessità di essere dragati a vent’anni dagli ultimi lavori”. Annuncia il numero di 83 navi già prenotate per il 2014 anche se gli fa da contraltare la drastica riduzione dei passeggeri nelle rotte di linea. “Il cartello dei vettori - ha dichiarato - con le loro politiche commerciali, hanno prodotto ben il 52% presenze in meno rispetto a 3 anni fa”. Non dimentica di menzionare il maquillage del viale del porto che ha riportato tra gli olbiesi l’antica tradizione della passeggiata nel lungomare, i nuovi moli compreso lo spazio che accoglierà la base della sei giorni di enduro e non nasconde un certo orgoglio per essere l’unico ente che pubblica on line in tempo reale tutti gli accosti delle navi con tanto di schede tecniche.

   Parla anche dell’individuazione dei punti franchi nei tre porti, del finanziamento già attribuito di 32 milioni per il nuovo banchinamento di Porto Torres al riparo del vento di Grecale e della ultimazione dell’area SEP di Olbia, ex genio civile, con quella che diventerà la prima scuola del mare in Sardegna. Piro ha anche parlato del famoso progetto olbiese con l’idea del porto da Bosazza a Mogadiscio. “E’ stato molto ridimensionato per questioni di soldi e ora si parla solo di pontili galleggianti lungo via Redipuglia”. Paolo Piro se ne va senza polemiche. Anzi, dice di aver lasciato l’organico sottodimensionato per fare in modo che il nuovo presidente possa inserire 10 nuovi elementi oltre i 35 presenti oggi. Prima dei saluti, che a tutti sono apparsi come un “arrivederci”, e non come un addio, un sassolino dalla scarpa alla fine se lo leva. “La Regione Sarda non ha mai sostenuto finanziariamente la portualità del Nord Sardegna. Mai un centesimo. Cagliari, al contrario, ha ricevuto ben 40 milioni di euro. Vedetevi le delibere”.

    di Mauro Orrù