Porto Cervo - Una tranquilla mattina estiva si è trasformata in una scena del crimine a Liscia di Vacca, borgo turistico di Porto Cervo. Mercoledì scorso, intorno alle 11, Mario Masala, 40 anni, alla guida del suo furgone, ha travolto e ucciso Tonino Pirastru, 76 anni. Quello che inizialmente sembrava un tragico incidente si è rivelato essere, secondo la Procura della Repubblica di Tempio Pausania, un omicidio volontario.
Masala e Pirastru non erano estranei. Confinanti da tempo, tra i due c'erano antiche rivalità, dispute territoriali e banali liti di vicinato che avevano inasprito i loro rapporti. La versione iniziale fornita da Masala parlava di una sterzata improvvisa per evitare un animale, ma gli agenti della polizia stradale di Olbia e i vigili del fuoco, intervenuti per estrarre il corpo di Pirastru rimasto incastrato sotto il furgone, hanno riscontrato una dinamica ben diversa.
Gli inquirenti, scavando nel passato dei due uomini, hanno rivelato una storia di conflitti che getta nuova luce sull'accaduto. Mercoledì mattina, Pirastru stava sistemando alcuni dissuasori per le auto sul ciglio della strada quando è stato travolto. La ricostruzione dei fatti e le prove raccolte hanno portato la Procura a contestare a Masala l'omicidio volontario.
Masala, difeso dagli avvocati Giancarlo Frongia e Domenica Gala, ha scelto di non rispondere alle domande dei magistrati. I familiari di Pirastru, rappresentati dall'avvocato Elisa Vacca, attendono ora l'autopsia, fissata per lunedì 8 luglio alle 12.30 a Sassari, che potrà fornire ulteriori dettagli sul tragico evento.
In un paese piccolo come Liscia di Vacca, dove tutti si conoscono, la notizia ha lasciato sgomenta la comunità. Il fragile equilibrio di una tranquilla vita di paese è stato infranto da una rivalità che è degenerata in tragedia, ricordando a tutti quanto sottile possa essere il confine tra conflitto e catastrofe.
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