Olbia, un tempo splendida gemma della Sardegna, sta oggi affrontando una crisi che ne mina la vivibilità e la decenza. Il problema dei rifiuti ha raggiunto livelli insostenibili, trasformando la città in un vero e proprio incubo per i suoi abitanti. Le montagne di rifiuti, accumulate inesorabilmente, segnano il paesaggio della zona basa, un'area che ormai sembra fuori controllo.
L'ennesima segnalazione è giunta solo pochi giorni fa, indicando la via dove si trova la caserma dei Vigili del Fuoco. Una collocazione che, in teoria, dovrebbe garantire ordine e sicurezza, ma che invece è diventata teatro di inciviltà e degrado. Proprio lì, vicino ad una rimessa di auto, si erge un ammasso di rifiuti che sembra sfidare impunemente qualsiasi autorità.
Queste zone sono divenute il paradiso degli incivili, i cosiddetti "furbetti dei rifiuti" di seconda fascia. Persone che, certi di non essere scoperti, si liberano dei loro scarti in modo clamorosamente disinvolto. La situazione si fa particolarmente preoccupante con l'arrivo dell'estate.
Il caldo, infatti, non solo accentua il degrado visivo e olfattivo, ma porta con sé anche rischi sanitari non trascurabili. Questi luoghi, abbandonati e mal curati, diventano vere e proprie discariche a cielo aperto, minacciando la salute pubblica.
L'urgenza di un intervento deciso da parte dell'amministrazione comunale non è mai stata così pressante. È imperativo che si agisca subito per ripulire e risanare queste aree, prevenendo un'ulteriore escalation del problema. L'estate è alle porte e con essa aumenta il flusso turistico che, inevitabilmente, potrebbe essere scoraggiato dal vedere una città soffocata dai rifiuti.
Non è più tempo di mezze misure o di rinvii: è necessario che le autorità locali mettano in campo tutte le risorse disponibili per risolvere una questione che, se trascurata, rischia di compromettere seriamente l'immagine e la vivibilità di Olbia. La cittadinanza attende risposte concrete e interventi tempestivi. Prevenire è meglio che curare, un adagio che, in questo caso, suona come un disperato grido d'allarme.
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