A Montelibretti, si consuma una tragedia che grida vendetta al cielo. Una donna di 48 anni, in un gesto di inaudita crudeltà, abbandona la madre ottantaquattrenne, incapace di badare a sé stessa, per godersi una vacanza con i figli minori in Abruzzo.
Il 12 giugno, i carabinieri trovano il corpo della povera anziana, riverso sul pavimento della sua camera da letto, coperto da un lenzuolo. Un’immagine che urla disperazione, solitudine e la più totale mancanza di umanità.
La pensionata era morta da giorni, come stabilito dal medico legale. Ma chi ha coperto il cadavere? Questa domanda si aggiunge al carico di angoscia che avvolge l’intera vicenda. I carabinieri, recatisi nella casa per notificare un atto giudiziario alla figlia, si insospettiscono per il forte odore e, non ottenendo risposta, entrano da una finestra aperta sul retro.
La scoperta è agghiacciante: un corpo senza vita, abbandonato come un oggetto senza valore.
Questa storia mette in luce il peggio dell’animo umano, capace di abbandonare i propri cari per un futile piacere personale. La donna è stata arrestata con l’accusa di abbandono di incapace, ma nessuna condanna potrà mai restituire dignità alla povera anziana. Questa non è solo una storia di abbandono, è un urlo contro l’indifferenza e la disumanità che, troppo spesso, si annidano nelle nostre case.
Montelibretti non dimenticherà facilmente questo dramma.
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