Crisi nelle carceri italiane: sovraffollamento e suicidi in aumento

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  Il sistema carcerario italiano è in crisi, e la Sardegna rappresenta uno dei punti più critici. Le carceri dell'isola, nonostante non mostrino un sovraffollamento generale, nascondono gravi problemi in specifici istituti come Uta, Sassari e Tempio Pausania, dove il numero di detenuti supera la capacità massima.

  Irene Testa, garante regionale, evidenzia una realtà inquietante: "Gli istituti di pena in Sardegna sono sovraccarichi di persone malate... il disagio psichiatrico registra quasi l'80%... con 96 tentativi di suicidio nel 2023." La mancanza di personale adeguato e l'assenza di supporto psicologico aggravano una situazione già insostenibile. Testa sottolinea che molti detenuti soffrono di tossicodipendenza e gravi fragilità mentali, condizioni che non possono essere trattate adeguatamente all'interno delle celle. La polizia penitenziaria, priva delle competenze necessarie, si trova spesso a dover gestire situazioni di emergenza sanitaria e psichiatrica. 

  Le parole di Testa sono allarmanti: "La polizia penitenziaria non ha né le competenze, né dovrebbe essere il suo ruolo quello di gestire i malati... ci dovrebbe essere prima tutto l'aspetto sanitario di prevenzione." Inoltre, il mondo femminile all'interno delle carceri è abbandonato a sé stesso, con numerose detenute che non hanno accesso nemmeno agli indumenti personali di base. "Il mondo femminile all'interno delle carceri in generale è un mondo abbandonato a sé stesso... ci sono detenute che hanno bisogno di indumenti personali, intimi e non c'è un posto dove poterli andare ad acquistare," afferma Testa. 

  La situazione nelle carceri italiane richiede interventi immediati e concreti per prevenire ulteriori tragedie e garantire condizioni di detenzione dignitose e umane. La combinazione di sovraffollamento, mancanza di personale qualificato e gravi problemi di salute mentale e tossicodipendenza rappresenta una bomba a orologeria pronta a esplodere.