È un grido disperato quello che si leva dalle strade della Sardegna, un'isola costretta a piegarsi di fronte a una siccità implacabile e a una fauna selvatica fuori controllo. I trattori marciano decisi, simbolo di una protesta che non conosce resa. Dietro questi motori ruggenti ci sono volti segnati dalla fatica, sguardi che implorano attenzione. Coldiretti Sardegna, voce degli agricoltori, ha preso in mano le redini della rivolta, chiedendo alla Regione misure concrete: la dichiarazione dello stato di calamità naturale, sgravi fiscali, voucher per gli allevatori.
Questa non è una semplice manifestazione, è una battaglia per la sopravvivenza. Le strade sono state invase, il traffico rallentato, ma non è il caos a dominare, è la determinazione. La marcia dei trattori è partita da vari punti dell'isola, convergendo verso un unico obiettivo: essere ascoltati. E mentre i cinghiali continuano a devastare i campi, la legge sulla fauna selvatica diventa una richiesta urgente e imprescindibile.
I trattori continueranno a marciare, le proteste non si fermeranno fino all'11 luglio. La Sardegna non può essere lasciata sola. La terra dei pastori e degli agricoltori chiede risposte, e le chiede ad alta voce, con la dignità di chi lotta per il proprio futuro. La battaglia è iniziata, e non finirà fino a quando giustizia non sarà fatta.
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