Raimondo Gaspa: la mostruosità che si ripete - Appena scarcerato adesca una nuova vittima

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  Raimondo Gaspa, un nome che evoca terrore. Un uomo che non ha perso tempo nemmeno per un giorno. Dopo aver scontato 22 anni di carcere per l'omicidio brutale della dottoressa Monica Moretti, Gaspa è stato rilasciato ad aprile. Non ha atteso nemmeno un istante per ricadere nella sua abominevole condotta: ha immediatamente iniziato a molestare una giovane donna, con chiamate anonime, richieste sessuali e pedinamenti. "Ti ho visto che facevi la spesa", le ha detto. Parole che suonano come un sinistro campanello d'allarme, una ripetizione del passato che ritorna. Per questo motivo, Gaspa deve ora tornare in prigione per stalking. Il giudice non ha dubbi: "è un criminale seriale". Infatti, nel 2002 a Sassari, Gaspa aveva ucciso Monica Moretti, la dottoressa di cui si era invaghito. Dopo averla colpita con pugni e strangolata, l'aveva accoltellata 51 volte. "La chiamavo, ma non voleva conoscermi. Mi sono innamorato all'ospedale, ma lei non voleva saperne di me. Così ho deciso di andare a casa sua", aveva dichiarato l’uomo, condannato nel 2005 a 30 anni di reclusione. Questa volta la vittima è una ventenne conosciuta casualmente a Rebibbia durante la sua detenzione. Gaspa aveva notato la ragazza, che visitava il carcere per incontrare il suo fidanzato. 

  Il giorno stesso della sua liberazione, ha iniziato a molestarla. Prima con due chiamate anonime contenenti avances sessuali esplicite. Il nove maggio, un’altra chiamata: "ti ho visto al supermercato", seguita da altre sette telefonate nello stesso giorno. Il 21 maggio Gaspa ha effettuato altre due chiamate alla giovane. La ventenne, allarmata dalle continue telefonate anonime, si è rivolta ai carabinieri della Stazione di Roma Montespaccato, raccontando tutto. E così ci ritroviamo di nuovo a confrontarci con un sistema che sembra non imparare mai dai suoi errori. Gaspa, un mostro che ha brutalmente ucciso una donna innocente, viene rilasciato solo per riprendere immediatamente le sue attività predatorie. Come possiamo, come società, permettere che questo accada? 

  Come possiamo giustificare la libertà concessa a un uomo che non conosce altro che la violenza e l’ossessione malata? È ora di guardare in faccia la realtà e riconoscere che certi individui non cambiano. Non si redimono. E la loro libertà diventa una minaccia costante per la società. Dobbiamo smetterla di essere indulgenti e ingenui. La protezione delle vittime, attuali e potenziali, deve venire prima di tutto. Gaspa deve rimanere dietro le sbarre, non per qualche anno, ma per sempre. La sicurezza delle nostre strade, delle nostre case, delle nostre vite dipende dalla capacità di capire che certi mali non si curano. Si contengono. E questo è un dovere morale che non possiamo più permetterci di ignorare.