Tragedia a Olbia: Muore dopo aver sniffato cocaina

-
  Certe notizie non sorprendono più, e forse è proprio questa la tragedia maggiore. A Olbia, un uomo ha perso la vita dopo aver sniffato cocaina. L'ennesima morte da droga che si aggiunge alla lunga lista di vittime di una società che sembra aver perso la bussola. Si può dire di tutto, ma il problema resta: siamo di fronte a un'emergenza che non trova soluzioni efficaci. La droga è ormai una piaga diffusa, che colpisce ogni strato sociale, dai quartieri popolari ai salotti bene. 

  E ogni volta che una vita si spegne per colpa di una striscia bianca, la solita retorica si mette in moto: dichiarazioni di circostanza, promesse di maggiori controlli, piani di prevenzione che restano sulla carta. Intanto, la cocaina continua a scorrere nelle narici di troppi, alimentando un mercato nero che non conosce crisi. Olbia non fa eccezione. La città, come molte altre in Italia, è diventata teatro di questo dramma quotidiano. E non bastano più le lacrime e gli appelli. Serve un cambio di rotta deciso, serve che le istituzioni smettano di girarsi dall'altra parte e affrontino il problema con la determinazione che finora è mancata. La repressione da sola non basta; bisogna intervenire a monte, con politiche sociali ed educative che diano ai giovani alternative valide e concrete.

  Ma siamo onesti: la droga è anche un business, e come tale fa gola a molti. Troppi interessi in gioco, troppi soldi che circolano sotto traccia. E mentre noi ci indigniamo e ci commuoviamo per l'ennesima vittima, c'è chi si arricchisce sulla pelle degli altri. Una vergogna che deve finire. Se davvero vogliamo mettere fine a questa strage silenziosa, dobbiamo fare scelte coraggiose, a cominciare dalla legalizzazione e regolamentazione delle droghe leggere, che potrebbe togliere linfa vitale al mercato nero e ridurre i danni. La morte di un uomo per overdose è un fallimento per tutti. 

  Un fallimento delle politiche di prevenzione, un fallimento della società che non sa proteggere i suoi membri più vulnerabili, un fallimento delle famiglie che troppo spesso non riescono a vedere i segnali di allarme. E allora smettiamola con le ipocrisie e affrontiamo il problema di petto, con la durezza necessaria ma anche con l'intelligenza di chi sa che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Olbia piange una sua vittima. Noi dovremmo piangere con lei, ma anche rimboccarci le maniche e fare qualcosa di concreto. Non basta più indignarsi a parole. Serve agire, subito e con decisione, se vogliamo davvero cambiare le cose. Perché ogni morte evitabile è una sconfitta per tutti noi.