In Italia, terra di contraddizioni e paradossi, il 4 giugno sarà una data da segnare con una croce rossa sul calendario. I lavoratori delle mense incroceranno le braccia, esasperati da una situazione che non accenna a migliorare. Uno sciopero indetto per rivendicare un diritto fondamentale: il rinnovo del contratto. Sì, avete capito bene. Nel 2024 siamo ancora qui a parlare di contratti da rinnovare, come se i diritti dei lavoratori fossero un fastidio da rimandare sine die.
Questa protesta è l'ultimo grido di chi, quotidianamente, garantisce un servizio essenziale.
I lavoratori delle mense sono coloro che, con fatica e dedizione, preparano i pasti per migliaia di persone, dalle scuole agli ospedali, dalle aziende agli enti pubblici. Eppure, nonostante l'importanza del loro ruolo, vengono trattati come invisibili, schiacciati da contratti scaduti e condizioni lavorative precarie.
Lo sciopero del 4 giugno è una risposta decisa all'indifferenza delle istituzioni e delle aziende del settore. Un’indifferenza che si traduce in stipendi bassi, orari di lavoro insostenibili e una mancanza di tutele che non può più essere tollerata. I lavoratori delle mense chiedono rispetto e dignità, e lo fanno nel modo più chiaro possibile: fermandosi.
Questa mobilitazione, organizzata dalle principali sigle sindacali, rappresenta un atto di coraggio e di determinazione. Un coraggio che forse manca a chi dovrebbe governare questo Paese e invece continua a navigare a vista, ignorando le richieste di chi non ha voce.
La loro battaglia non è solo per un contratto, ma per un riconoscimento di valore e di dignità che dovrebbe essere scontato in una società civile.
È scandaloso che nel 2024 i lavoratori debbano ancora lottare per diritti basilari. Ma questa è l'Italia, un paese che si riempie la bocca di promesse e proclami, ma che poi nei fatti lascia i propri cittadini a combattere da soli. E mentre i grandi discorsi sui diritti e sul lavoro restano parole vuote, chi lavora davvero è costretto a scendere in piazza per farsi ascoltare.
Il 4 giugno i lavoratori delle mense si fermeranno, e con loro si fermerà anche una parte importante del nostro quotidiano. Un gesto forte, un segnale che non può essere ignorato. È tempo che chi di dovere si assuma le proprie responsabilità e ponga fine a questa situazione vergognosa. I lavoratori delle mense meritano di più, meritano un contratto giusto e condizioni di lavoro dignitose.
La loro lotta è la lotta di tutti noi. Perché quando si nega un diritto a uno, si nega un diritto a tutti. Il 4 giugno, fermiamoci a riflettere su questo e sosteniamo chi chiede solo ciò che gli spetta di diritto.
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